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venerdì, Aprile 19, 2024
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“Anno bianco fiscale”, la proposta del titolare del Gran Caffè Gambrinus per ridurre i danni del Covid

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«Anno bianco dal punto di vista fiscale». Massimiliano Rosati, titolare del Gran Caffè Gambrinus, non ha dubbi sulla ricetta da approntare per sostenere le attività commerciali alle prese con le inevitabili perdite economiche in questo prosieguo del 2020, l’anno della grande pandemia da Coronavirus che ha portato al lockdown di 2 mesi in tutt’Italia. Per il prestigioso bar di via Chiaia, dove si sono recati negli anni i più illustri personaggi politici, a partire dai presidenti della Repubblica italiani, dello spettacolo e della società nostrani e internazionali, la musica non sarà poi tanto diversa rispetto agli altri una volta consentita la riapertura nonostante il marchio rinomato in tutto il mondo induca a credere di poter essere immune alla crisi.

Cassa integrazione da accordare e ok allo stop al pagamento della tassa di suolo pubblico

«Io voglio creare posti di lavoro, non diminuirli – è il ragionamento di Rosati – ma con un fatturato che, una volta accordata la riapertura, al massimo arriverà al 30%, come potremo mai fare a sostenere tutto le spese? È sicuramente una buona notizia la sospensione del pagamento della tassa di suolo pubblico così come deciso dal Comune». Ma è sufficiente? Non secondo il titolare del Gambrinus. «No. Occorrono anche tutele ai dipendenti accordando la cassa integrazione».

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La riorganizzazione del servizio e degli spazi

Inevitabili gli accorgimenti sia per garantire il distanziamento sociale, anche all’interno del Gran Caffè Gambrinus, che dal punto di vista del servizio stesso da offrire i clienti. E, in entrambi i casi, arrivano svolte probabilmente inattese sino a poche settimane fa. Spiega Rosati: «Una delle idee è quella di utilizzare anche per i cittadini napoletani il delivery. Sino a questo momento le spedizioni dei nostri prodotti avvenivano soprattutto fuori dai confini napoletani, ma potremmo estendere la misura anche localmente. Se la cosa dovesse funzionare, la manterremmo anche in futuro». Sulla riorganizzazione degli spazi «si può pensare a delle installazioni in plexiglass agli ingressi e alle uscite. Comunque siamo ancora nel campo delle ipotesi, perché di notizie certe ancora non ne abbiamo e programmare è ancora difficile» conclude Rosati.

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