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sabato, Maggio 4, 2024
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Ha bruciato vivo il fratello per 300mila euro, l’orribile storia di Mimmo e Antonio scuote la provincia di Napoli

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Trecentomila euro. Questo il prezzo di una vita, questa la somma che voleva incassare, pur di bruciare vivo il fratello. Storiaccia che arriva dalla provincia del Napoli, ricostruita dagli inquirenti al lavoro sulla morte di Domenico Martone, operaio di 33 anni, il cui corpo è stato trovato carbonizzato nelle campagne di Lettere. Ieri i carabinieri hanno eseguito il fermo del fratello, Antonio Martone: il 36enne è accusato di omicidio premeditato, con l’aggravante della crudeltà e di avere ucciso un familiare stretto. Dietro ci sarebbe il più classico dei moventi per gli omicidi in famiglia: i soldi.

Antonio, secondo quanto riportato da Il Mattino, avrebbe attirato il fratello in auto. Poi l0 ha colpito, tramortendolo utilizzando un oggetto pesante e infine gli ha dato fuoco. Ma Domenico non era morto ed ha così perso la vita a causa del fumo e delle fiamme.

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A Sant’Antonio Abate i carabinieri della Compagnia di Castellammare in esecuzione di un decreto emesso dalla Procura di Torre Annunziata hanno proceduto al fermo del 36enne Antonio Martone,  gravemente indiziato dell’omicidio premeditato, pluriaggravato, del fratello 33enne Domenico. Lo scorso 30 marzo, nelle campagne di Lettere,  fu ritrovato un cadavere ancora avvolto dalle fiamme adagiato sotto una piccola tettoia. A lanciare l’allarme furono alcuni residenti della zona che avevano notato il propagarsi delle fiamme e una colonna di fumo alzarsi da un fondo agricolo. Si trattava di Domenico Martone: la sua auto, all’interno venne trovato il green pass, era stata parcheggiata in una stradina interpoderale distante poche decine di metri dal luogo del macabro ritrovamento.

L’analisi delle immagini di videosorveglianza pubbliche e private della zona ha permesso di ricostruire gli ultimi momenti di vita della vittima e di accertare la presenza sul luogo del delitto, in un orario compatibile con quello in cui e stato commesso I’ omicidio, del fratello del deceduto, nonche di ricostruire il tragitto percorso da quest’ultimo, a piedi, successivamente all’omicidio. Il giovane fermato avrebbe dato fuoco al corpo del fratello, dopo averlo aggredito e tramortito, mentre questi era ancora in vita, e ne avrebbe premeditato l’omicidio, al fine di riscuotere l’indennizzo di una polizza assicurativa sulla vita della vittima, stipulata piu di un anno prima proprio su iniziativa dell’odierno fermato, unico beneficiario della stessa.

Al fermato è contestato il reato di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai motivi abbietti, per averlo commesso al fine di riscuotere l’indennizzo dell’assicurazione sulla vita del fratello, e dalla crudeltà, per avere dato fuoco a quest’ultimo mentre era ancora in vita.

L’adozione del provvedimento di fermo si è resa necessaria stante il concreto e fondato pericolo di fuga del presunto autore dell’omicidio, sul quale si era concentrata l’attenzione investigativa degli inquirenti, trattandosi di un marittimo, legato da vincoli affettivi ad una persona di nazionalità straniera e residente all’estero.

Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di Napoli Poggioreale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per la convalida del fermo.

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