Un pusher della paranza di Marano era pronto a ‘dimettersi’ dall’organizzazione perché non aveva ricevuto un anticipo sulla mesata. Sembra una tipica vicenda tra un dipendente scontento e il suo datore di lavoro, ma nell’ambiente criminale gli ultimatum hanno tutta un’altra valenza così come emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ha colpito i capi e degli affiliati del gruppo di narcos.
Gennaro Corrado, detto Marziano, spacciava per conto dell’organizzazione criminale e collaborava sempre con uno dei capi Emanuele Pasquale Esposito, detto Pascalone. I due si si aggiornavano costantemente sulla droga, su quella rimasta e sui soldi raccolti, inoltre, si sentivano per fissare gli incontri durante i quali Esposito riforniva Corrado di droga e in cambio si faceva consegnare gli incassi dello spaccio.
Uno spaccio frenetico
La vendita era frenetica scandita da grandi quantitativi di varie droghe almeno fino a novembre 2020. Gennaro ‘o Marziano era un canale di smistamento di assoluto rilievo e tale si sentiva, infatti, da una conversazione intercettata si comprendeva che l’indagato aveva chiesto dei soldi a Esposito, a titolo di anticipo sulla “mesata”, per affrontare delle urgenti spese familiari.
L’affronto sulla mesata
Esposito gli aveva portato solo 500 euro così evidentemente la richiesta dell’affiliato non era esaudita. Allora Corrado prendeva come un affronto il comportamento dei vertici della paranza, in quanto rifiutava categoricamente i soldi ed affermava: “Mi vuoi fare un piacere? Devi dirgli: ha detto il Marziano, non fa niente, i (500) euro non gli servono e i soldi se li va a prendere con gli interessi e questo è l’ultimo mese e non lavora più il Marziano!”.
Corrado si rivolgeva al capo dell’organizzazione, Vittorio Raiola, minacciando di non lavorare più con loro e chiedendo a Esposito un immediato incontro con “lui” e proprio la minaccia di “dimissioni” era una confessione di affiliazione alla paranza di Marano.
Il blitz contro la paranza di Marano
I Carabinieri della Compagnia di Marano hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli – sezione riesame in seguito ad appello proposto dalla DDA nei confronti di 18 persone (di cui 11 sottoposte alla misura della custodia in carcere e 7 a quella degli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nonché di detenzione, a fine di spaccio, di droga.
L’ordinanza cautelare è divenuta definitiva in seguito al rigetto dei ricorsi degli indagati da parte della Corte di Cassazione. L’organizzazione in questione era operativa sul territorio di Marano e zone limitrofe, distribuendo lo stupefacente in diversi comuni campani e retribuendo mensilmente i vari affiliati con le “mesate” per l’attività di spaccio svolta sulle singole piazze.