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domenica, Maggio 12, 2024
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In Campania il numero più alto di tabagisti in Italia: stimati 10mila morti all’anno per il fumo di sigaretta

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Sigaretta, difficile dirle addio. Fari accesi su prevenzione e riduzione del danno: i dati del sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di Sanità (Passi) dicono che più di un fumatore su tre nell’ultimo anno ha provato a smettere ma in oltre il 50% dei casi il tentativo è fallito. I fumatori incalliti pur volendo smettere continuano a fumare con esiti, purtroppo negativi sulla loro salute. Più dell’80%, tra chi ha provato a smettere, ha poi ceduto alla tentazione. E al Sud si fuma di più: secondo le rilevazioni delle ASL che partecipano al Passi, i fumatori italiani sono il 29%, più uomini che donne, e consumano in media quasi un pacchetto al giorno (14 sigarette). Non ha mai fumato il 51% della popolazione, mentre il restante 20% è riuscito a smettere.

Al Sud si fuma di più

Sono 93mila i morti ogni anno in Italia a causa del fumo che è causa nota di almeno 25 patologie tra cui BPCO, tumori e malattie cardiovascolari. Circa l’85% dei casi di cancro del polmone è legato ad esso. Oggi nei centri antifumo accede lo 0,1% dei fumatori. Ma è il confronto dei dati tra le regioni italiane a risultare drammatico, soprattutto per la Campania, dove si registra la prevalenza più alta di fumatori (34% — «con il tabagismo che miete 10mila decessi l’anno in tutta la regione» —, contro il 31% dell’Emilia-Romagna e il 24% del Trentino. Specularmente, in Campania c’è la prevalenza più bassa di chi è riuscito a smettere (13%), contro il 22% dell’Emilia-Romagna e il 24% del Trentino. Al Nord è anche più sentita la voglia di smettere favorita dal consiglio del medico per la concomitante presenza di malattie cardiovascolari. In queste tre regioni, tra il 35% e il 40% dei fumatori presenta almeno un altro fattore (come diabete, pressione alta e ipercolesterolemia) che accentua il rischio cardiovascolare.

Il fumo di sigaretta e il rischio elevato di patologie

Ma smettere non è facile. Sulle conseguenze del fumo è infine intervenuta Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli. “Il fumo è una causa nota o probabile di almeno 25 patologie, tra cui (BPCO), malattie cardiovascolari e tumori. Circa l’85% dei casi di carcinoma del polmone è legato al fumo di sigaretta, una neoplasia tra le più letali che, tuttavia, non scoraggia il tabagismo. È una battaglia contro una delle dipendenze più subdole, per questo bisogna sensibilizzare tutto il personale sanitario a promuovere percorsi personalizzati utili a disincentivare il fumo di sigaretta, indirizzando i pazienti nelle strutture preposte. Il fondamentale ruolo svolto dai centri antifumo deve essere potenziato e promosso”.

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