11.7 C
Napoli
giovedì, Aprile 18, 2024
PUBBLICITÀ

In isolamento e sorvegliata a vista, la prima notte in carcere di Martina Patti: giallo sull’arma del delitto

PUBBLICITÀ

In isolamento in una cella dell’istituto femminile di piazza Lanza a Catania, controllata a vista 24 ore al giorno per evitare che possa commettere gesti estremi, in attesa dell’interrogatorio con il giudice: è passata così la prima notte in carcere per Martina Patti, la madre 23enne che ha confessato di aver ucciso la figlia Elena, di 5 anni e di averne nascosto il corpo in campagna vicino alla sua casa a Mascalucia.

Le forze dell’ordine temono che, lasciata da sola in carcere, possa commettere atti estremi. Il suo difensore, l’avvocato Gabriele Celesti, la incontrerà solo nelle prossime ore, prima dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip previsto per domani, venerdì 17 giugno.

PUBBLICITÀ

Nella giornata di oggi invece sarà conferito l’incarico per eseguire l’autopsia sul corpo della bimba. Secondo i primi rilievi, Elena Del Pozzo è stata uccisa con una serie di coltellate al collo e alla schiena. Per gli inquirenti, la bimba di 5 anni è stata colpita mentre guardava i cartoni animati seduta sul divano o, peggio, mentre abbracciava la mamma 24enne.

L’omicidio della piccola Elena Del Pozzo a Mascalucia (Catania) presenta ancora diversi punti oscuri.

La mamma, Martina Patti, ha ammesso di averla accoltellata ma l’arma usata per porre fine alla bimba non si è ancora trovata. E poi, è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori, possibile che la donna abbia fatto tutto da sola? Per questo i carabinieri stanno ascoltando amici e parenti per capire se qualcuno abbia aiutato la ragazza. Nelle prossime ore l’autopsia su Elena “racconterà” gli ultimi istanti della sua vita dando qualche elemento in più a chi indaga.

Uccisa in casa o nelle campagne 

Anche il luogo dove Elena Del Pozzo è stata uccisa non è ancora chiaro. Martina Patti dice di averla prelevata da scuola, portata a casa a fare merenda con un budino e poi portata nelle campagne di Mascalucia dove l’ha ucciso e poi provato a seppellire il corpicino. Ma i carabinieri non sono convinti di questa versione. Per questo in casa della ragazza sono tornati i Ris per cercare possibili tracce di sangue. E se così fosse, si chiedono gli investigatori, può avere Martina Patti compiuto il delitto e poi tentato di far sparire le prove tutto da sola?

Secondo una ricostruzione che fonda sul sopralluogo dei Carabinieri del Sis Martina Patti ha inferto a sua figlia colpi multipli alla schiena ed al collo, poi ha usato 5 sacchi dell’immondizia per il corpicino che ha caricato in auto per disfarsene e mettere in scena il rapimento sulla cui denuncia è caduta in contraddizione, affanno e alla fine in confessione dell’orrendo crimine.

Tutto dipende dall’esito dei rilievi dell’Arma ma il quadro pare delineato: la 23enne arrestata a Mascalucia ha ucciso la figlia colpendola più di una volta, poi ne ha preso in braccio il cadaverino e lo ha caricato nell’auto per poi scaricarlo nel campo a 600 metri dalla sua casa. Secondo le prime risultanze Martina avrebbe agito da sola anche nell’occultare il cadavere. Come? Con il tentativo di infilare arti e testa di sua figlia in 5 sacchi dell’immondizia, per poi ricoprire tutto con pietre, terra e “sciara”, la polvere residuale delle eruzioni dell’Etna.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

La divisione dei soldi delle estersioni: “1000 euro alle famiglie dei detenuti e il resto a noi”

I soldi delle estorsioni per le famiglie dei detenuti, ma soltanto una parte perché la fetta più grande doveva...

Nella stessa categoria