Undici condanne definitive e due annullamento con rinvio. Questo il risultato dopo la decisione della Corte di Cassazione (VI sezione) in merito all’inchiesta Tufò che svelò un giro di cocaina nel centro di Napoli con al centro il noto ristorante di via Posillipo gestito da Ciro Capasso e dal figlio Antonio. Secondo gli inquirenti la trattoria gourmet sarebbe stato il luogo dove venivano prese le decisioni e dove il gruppo si riuniva. La Suprema Corte ha reso definitive le condanne per Gianmarco Ammendola a 7 anni, Maurizio Ambrosino a 8 anni, Andrea Aruta a sei anni, Mariano Ceci a nove anni, Pasquale Catalano a quattro anni, Vincenzo Caputo a 12, nove anni Carmine Pandolfi, sei anni Raffaele Sciarra, dieci anni Marco Vicinanza.
Per il ‘vertice’ del gruppo Ciro Capasso confermata la condanna a 18 anni così come quella a 12 per Rosario Lumia. Gli unici due annullamenti con rinvio riguardano Antonio Capasso, difeso dall’avvocato Claudio Davino, riguardo il suo ruolo di organizzatore. In appello Capasso junior aveva rimediato 16 anni. Annullamento totale invece per Antonio Russo che in secondo grado aveva rimediato sei anni e otto mesi e che è difeso da Luca Mottola.
