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sabato, Maggio 4, 2024
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Influenza australiana e ritorno del Covid, ospedali in affanno in Campania: “Servono medici”

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La situazione sanitaria in Campania si muove tra alti e bassi: i contagi covid calano ma aumentano i decessi, nel frattempo l’influenza australiana sta mettendo a dura prova i pronto soccorso di tutta Italia. Gli esperti hanno definito come critico il picco di dicembre, soprattutto con la vicinanza del Natale. Le cause che hanno portato a questi dati sono varie. In primis vi è il “ritorno” della normale influenza, che quest’anno però ha colpito con un’incidenza maggiore. A questa si aggiunge l’arrivo della neo influenza Australiana. Questo virus ha già messo a dura prova il Paese più vasto dell’Oceania durante i mesi scorsi. In aggiunta alle due influenze resta poi il contagio da Covid. Questo nonostante si sia mitigato rispetto agli anni trascorsi non è scomparso del tutto.

I dati dell’influenza

Alcuni degli ultimi dati della regione Campania registrano una diminuzione dei contagi dal virus, allo stesso tempo però pare siano aumentati i decessi. Quello che preoccupa di più gli esperti però non è il Covid, o meglio non solo. Al virus partito da Wuhan, ormai quasi tre anni fa, infatti va sommata l’incidenza che l’influenza stagionale e quella Australiana sta avendo in Italia. Sono vari i tristi video che mostrano code di autoambulanze fuori i pronto soccorso di vari ospedali italiani. Dal nord al sud della penisola i sintomi delle due influenze miste con casi di covid stanno mettendo a dura prova gli ospedali italiani.

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Le difficoltà riscontrate negli ultimi giorni dagli ospedali italiani non sono però solo da additare ai virus sopracitati. A complicare le cose si aggiunge la carenza di medici nelle strutture sanitarie del tricolore. Lo stesso Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, giorni fa ha parlato della situazione degli organici dei pronto soccorso. Il  Governatore definisce la situazione “drammatica” e parla del rischio di chiusura di alcune strutture.

Il parere degli esperti 

Gli esperti però non ci stanno e spiegano come: “L’emergenza è un fatto eccezionale, improvviso al quale bisogna rispondere rapidamente. Qui invece si sono uniti fattori ben noti da tempo. Il Covid ormai lo conosciamo da tre anni. I cicli di influenza sono sempre uguali e nel caso di questa australiana sapevamo già da mesi che avrebbe colpito duramente“. A fare “arrabbiare” gli studiosi sono anche le difficoltà date dalla carenza di personale.

Fabio De Iaco, presidente della Simeu, continua infatti: “Per quanto riguarda la situazione generale degli organici dei pronto soccorso, è nota a tutti ormai da tempo, noi l’abbiamo raccontata in tutte le salse. Anche il fatto che i posti letto negli ospedali non siano abbastanza per momenti come questi era ormai chiaro. Ecco, non mi vengano a parlare di emergenza, era tutto prevedibile“. De Iaco parla però anche di parsimonia da parte di alcuni pazienti.

C’è anche inappropriatezza, le persone si sono un po’ disabituate all’influenza. Magari dopo tre giorni di febbre a 39 si presentano da noi, quando invece bisogna avere pazienza. E sarebbe meglio consultare prima il proprio medico di famiglia. Detto questo, la gran parte di coloro che arrivano al pronto soccorso hanno comunque problemi seri“.

Diminuiscono i nuovi positivi ma resta stabile la curva dei contagi da Coronavirus. Numeri alla mano, oggi il virus fa registrare 2.174 positivi su 14.008 tamponi esaminati, 1.714 in più di ieri con 2.925 tamponi processati in più. Di questi, 2.007 su 11.040 sono positivi al tampone antigenico mentre 167 su 2.968 sono positivi al tampone molecolare. In percentuale, significa che è positivo il 19,68%, poco più di ieri quando il tasso di positività era al 19,51%.

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