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domenica, Maggio 5, 2024
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La ‘camorra’ delle ambulanze private, nuovo arresto per Marco Salvati: 500 euro per trasportare i malati

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Ci sono camorristi, colletti bianchi ed imprenditori tra i soggetti finiti nel blitz eseguito stamattina all’alba dalla Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia (pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano) – nei confronti oltre 40 persone. Sono coinvolti a vario titolo nell’alterazione di gare di appalto ospedaliere, estorsioni alle ditte operanti presso le predette strutture: servizio di trasporto ammalati, onoranze funebri, imprese di costruzione, imprese di pulizie. Cinque ospedali coinvolti (Cardarelli, Cotugno, Monaldi, Cto ed azienda ospedaliera Università Federico II) e 8 clan (Contini, Licciardi, Mallardo, Cimmino, Frizziero, Polverino-Nuvoletta, Moccia e Casalesi). 

Molte persone erano già note alle forze dell’ordine, a cominciare da Andrea Basile, ritenuto dagli inquirenti braccio destro del boss del Vomero Cimmino. Secondo gli investigatori era il capo promotore, organizzatore e gestore della cassa

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Indagato anche Giovanni Caruson, finito già nell’inchiesta sullo smaltimento illecito dei fanghi Sma. “Proprio quest’ultimo si era interessato per conto del clan del Vomero agli appalti per lo smaltimento dei fanghi di depurazione che la Sma Campania aveva l’urgenza di smaltire velocemente e che sono risultati al centro del disegno criminoso promosso dagli indagati”.

Poi c’è il boss del Vomero Luigi Cimmino, il quale dopo l’arresto aveva dato mandato al figlio Franco Diego di riscuotere per conto suo i proventi delle attività illecite. Gli esponenti del clan del Vomero, secondo le indagini, percepivano una percentuale fissa dalle ditte che vincevano l’appalto per le installazioni delle macchinette erogatrici di cibo e bevande negli ospedali di Napoli.

La figura di Marco Salvati e del clan delle ambulanze

Poi c’è Marco Salvati, titolare di una società di ambulanze ‘Croce San Pio’, il quale è accusato di versare parte dei proventi della sua attività per il sostegno dei carcerati del clan Cimmino-Caiazzo-Basile, egemone al Vomero-Arenella. Inoltre proprio grazie al clan avrebbe esercitato in modo dominante e monopolistica presso gli ospedali collinari di Napoli l’attività di trasporto di malati. Salvati era già finito in precedenti inchieste della magistratura. Inoltre anche FanPage aveva incentrato sulla sua figura il reportage Croce nera sul monopolio delle ambulanze. Tra i loro affari il trasporto illegale dei defunti, il monopolio dei trasporti grazie alla corruzione e l’attuazione di pratiche illegali e violente. Era di 500 euro la somma che le persone erano costrette a pagare per portare via i malati dall’ospedale Cardarelli e portarli a casa, o viceversa,.

Marco Salvati era già noto alle cronache. Nel 2005  finì in un’inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli. Al tempo Salvati gestiva la Croce Cangiani ed era accusato di far parte di un sistema di racket delle ambulanze private. Fu condannato a 6 anni con pena definitiva e interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di illecita concorrenza con minacce, ricettazione e lesione personale con l’aggravante del metodo mafioso. Con il passare degli anni Salvati ha dato vita alla Croce San Pio, associazione che non ha convenzioni con il pubblico ma che si occupa del trasporto privato dei malati.

Gli altri personaggi

Desio Alessandro, quale promotore e organizzatore del sodalizio, adottava con Basile Andrea e Caruson Giovanni le decisioni di maggior rilievo, pianificando le strategie operative pin opportune per l’incremento delle attività illecite del clan;

Arena Salvatore, Pellecchia Salvatore, Gargiulo Domcnico, Simeoli Mario, quali organizzatori e partecipi del sodalizio, pianificavano e si occupavano materialmente della esecuzione delle attività estorsive e di ogni attività di interesse per il clan, adottando le strategie operative più opportune per l’incremento delle attività illecite del clan, condividendo con Basile Andrea le decisioni di maggior rilievo;

Esposito Anna, quale partecipe, coadiuvava il sodalizio nella gestione delle casse del clan ripartendo i proventi agli affiliati liberi ed occupandosi del mantenimento degli affiliati e dei capi storici del clan attualmente detenuti.

Teano Andrea, Maione Abramo, Pone Vincenzo, Cimmino Franco Diego, Fiore Eduardo, quali partecipi, addetti prevalentemente al settore delle estorsioni di cui si occupavano materialmente, coadiuvando il sodalizio nella esecuzione e riscossionc delle attività estorsive e di ogni attività di interesse per il clan;

Palma Pasquale, quale partecipe, coordinando, nonostante lo stato detentivo, i pagamenti delle “mesate” agli affiliati, in particolare intercedendo presso il reggente Andrea Basile affinchè fosse ripristinata la “mesata” alla famiglia del capo clan Luigi Cimmino, temporaneamente sospesa a seguito di dissidi interni;

 

 

 

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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