Il suo soprannome indica un ortaggio tipico della cucina mediterranea, ma i commercianti restano impietriti al suo arrivo. Oggi è finito in manette Giovanni Cipolletti, detto la Cipolla di Caivano, un criminale capace di essere, soprattutto, l’anello di congiunzione tra due organizzazioni criminali dell’area nord di Napoli.
I magistrati della DDA di Napoli hanno ricostruito il ruolo del 42enne sia nel campo delle estorsioni, condotte tra Cardito e Crispano, che nello scacchiere criminale. Infatti Cipolletti avrebbe ospitato nella sua abitazione molti summit di camorra e proprio per questo suo impegno si sarebbe conquistato la fiducia di Francesco Ullero, ras di Cardito, e di Antonio Angelino, boss di Caivano.
L’importanza della ‘Cipolla di Caivano’
Cipolletti era ben consapevole della sua importanza all’interno dell’organizzazione così come emerge in una telefonata intercettata nel novembre del 2021: “E quelli mi buttano a terra a me? Io gli porto i soldi, do da mangiare ai carcerati. Se buttano a terra a me, sono scemi, perché non mangiano dopo! I soldi come li porto io non li porta nessuno!“. Nel corso di una conversazione, captata nel marzo del 2022, il 42enne avrebbe detto a Ullero: “Ma se io esco la mattina è per fare soldi… Comincio Fratta, Cardito, Carditello e Caivano... Scendo la mattina per fare i reati“.
Della Cipolla di Caivano ha parlato anche il collaboratore di giustizia, Mariano Vasapollo, ex ras del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano: “Nel 2021/2022 mentre ero in carcere a Carinola, ho avuto modo di parlare con Cipolletti al telefono, tramite videochiamata, il quale mi disse che si stava occupando delle estorsioni sulla zona di Cardito e Carditello per conto di Ullero“.
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