Las storia che commuove (e strazia) il mondo è quella di Lara. La ragazza, che aveva 22 anni, ha perso la vita nel corridoio di un ospedale della sua città, a Santa Fe, in Argentina, perché non c’erano posti letto disponibili. Con l’arrivo dell’inverno, infatti, il Paese sta tornando ad essere ‘vittima’ del virus e, nell’ultimo bollettino nazionale sono stati comunicati oltre 24mila casi e 576 decessi in 24 ore. E tra le vittime c’è anche Lara Arreguiz, 22 anni e soffriva di diabete, una patologia che mette a rischio tante persone in caso di contagio indipendentemente dall’età.
Lara, che viveva a Santa Fe, era una grande amante degli animali e studiava veterinaria. Una volta risultata positiva al coronavirus, la ragazza aveva iniziato a sentirsi molto male e si era recata in un pronto soccorso, scoprendo però che negli ospedali della sua città non c’erano posti disponibili. Per questo motivo, la 22enne era stata costretta ad attendere nella sala d’attesa, su una sedia a rotelle, e dormendo per terra con la testa poggiata sulla sua borsa.
La foto che ha sconvolto il mondo
La foto scattata dai genitori di Lara ha sconvolto prima l’Argentina e poi il mondo. Dopo una settimana di attesa, alla fine era stato possibile ricoverare la ragazza, ma era già troppo tardi per salvarla. Il padre di Lara, Alejandro Arreguiz, ha raccontato il proprio dolore a La Naciòn: «Era giovedì 20 quando dall’ospedale mi hanno chiesto se volevo vederla un po’ e mi è sembrato molto strano. Quando sono arrivato l’ho trovata attaccata alla maschera d’ossigeno, mi guardava e a gesti mi diceva che si sentiva molto male. Vederla in quelle condizioni è stato terribile, poi una volta tornato a casa mi hanno detto che era stata portata in terapia intensiva. Alle 3 di notte ci hanno chiamato per dirci che era morta».
L’Argentina sta pagando un prezzo molto caro con la pandemia per due motivi. Un sistema sanitario molto debole e anche alcuni casi di corruzione e ‘furbetti’ con la campagna di vaccinazione. Il padre di Lara, ancora straziato dal dolore, lancia un appello a tutti.
«Dopo più di un anno, la gente non ha ancora capito la gravità della situazione. Molti dicono che la pandemia è un complotto e che il virus non esiste, ma intanto mia figlia è morta. Spero che tutti possano capire che questo virus è subdolo e non uccide solo gli anziani. La storia di Lara lo dimostra».