Il romeno Vasile Frumuzache, guardia giurata di 32 anni, indagato per la morte di Denisa Maria Adas, ha confessato. «Mi ricattava, per questo l’ho uccisa»
L’agghiacciante confessione dell’assassino sull’occultamento del cadavere di Denisa
Il reo confesso ha rivelato tutti i dettagli e il movente dell’omicidio, dopo il ritrovamento del corpo della donna, avvenuto martedì 4 giugno, in un casolare abbandonato di Montecatini. «Quando le ho detto che ero una guardia giurata e che ero sposato lei mi ha detto che era in grado di arrivare a mia moglie, grazie all’aiuto di altre persone, e mi ha chiesto 10mila euro in cambio del silenzio», ha detto ancora Frumuzache.
L’uomo davanti al procuratore capo Luca Tescaroli ha rivelato ogni dettaglio della notte tra il 15 e il 16 maggio, quando ha ucciso Denisa: dopo aver preso un appuntamento con la donna nella app di incontri si è presentato al residence Ferrucci dove ha consumato un rapporto sessuale. Subito dopo – ha raccontato – l’ha strangolata, l’ha decapitata con un coltello, l’ha messa in un sacco della spazzatura e messo i resti nel trolley della stessa vittima, per portarla via. La mattina dopo ha dato fuoco alla testa della donna nel giardino di casa utilizzando la benzina e della legna nel tentativo di impedire ogni riconoscimento del cadavere o addirittura di non far rimanere alcuna traccia del delitto.
Denisa sarebbe dunque stata uccisa la sera stessa della sua scomparsa nella stanza 101 dell’hotel Ferrucci di Prato, prenotata per l’intera settimana dalla donna per ricevere i suoi clienti.
Gli inquirenti hanno accertato grazie ad una telecamera di via Ferrucci, e poi la conferma di Frumuzache , che il 32enne arriva al residence alle 22.50 con un borsone nero e vi rimane per due ore e quindici minuti. Poco dopo l’una la stessa telecamera lo riprende mentre esce con il trolley bianco che Denisa aveva portato da Roma per il suo soggiorno a Prato.
Dentro quella valigia, trasferita sulla Golf del rumeno, c’era il corpo senza vita di Denisa. Il gps installato dall’assicurazione nell’auto ha permesso agli inquirenti di ricostruire tutti i movimenti dal momento della scomparsa della donna. Così mercoledì mattina sono arrivati nelle vicinanze di quel casolare abbandonato dove è stato trovato il corpo senza testa di Denisa, e a poca distanza, il trolley bianco.
Le indagini
Fondamentale per il gip sono stati alcuni passi falsi compiuti dall’assassino. La riaccensione del telefonino della vittima la notte della scomparsa per alcuni minuti è stata infatti sufficiente a uno scambio di traffico di dati con almeno altri due dispositivi. Una circostanza che ha permesso agli inquirenti di localizzare le celle telefoniche nella zona di Montecatini. Il secondo errore compiuto da Frumuzache è costituito dai tragitti fatti per arrivare al casolare. Essi, infatti, che si sono rivelati delle trappole involontarie per l’assassino. Anche se si tratta di una zona isolata della campagna e lo stabile rurale è abbandonato, le strade per arrivarci sono vigilate da telecamere, in un contesto circostante anche “sensibile” per la presenza di vari fenomeni criminali.
Nei prossimi giorni si procederà con l’autopsia del cadavere nelle strutture sanitarie di competenza. Andrà anche accertato se l’uomo fermato, il connazionale 32enne, sia l’unico presunto autore dell’omicidio o se abbia agito con altri.