Si è conclusa una lunga e complicata operazione della Guardia di Finanza. Nel corso di cinque mesi, la Finanza di Avellino ha letteralmente passato al setaccio gli archivi e i conti delle attività commerciali della zona del Tricolle. Probabilmente, sono arrivate anche segnalazioni da fonti riservate ad impreziosire le indagini dei finanzieri. L’obiettivo principale dell’operazione era quello di scoperchiare il Vaso di Pandora dell’economia. Conti, fatture, contratti, forniture, fondi pensionistici, lavoro nero. Cinque mesi di lavoro per portare a galla quella che può essere definita, senza giri di parole, “economia sommersa“.
I risultati delle indagini, tra lavoro nero e economia sommersa
Su 13 attività commerciali (tra bar, ristoranti e aziende di vario genere) controllate dalla Guardia di Finanza, sono stati riscontrati ben 25 lavoratori “in nero”, 21 assunzioni irregolari e inoltrate 6 proposte di sospensione dell’attività commerciale. Inoltre, 3 soggetti sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per truffa ai danni dello Stato, in quanto, pur essendo beneficiari dell’indennità di disoccupazione, erano impiegati in attività lavorativa retribuita. Lavoro nero ed economia sommersa, è sempre bene ricordarlo, rappresentano risorse sottratte al territorio a vantaggio dei privati. Preso atto dei risultati, è partito il secondo file di indagini che coprirà i mesi estivi.