PUBBLICITÀ
HomeCronacaMala di Ponticelli, arriva la stangata per boss e ras dei De...

Mala di Ponticelli, arriva la stangata per boss e ras dei De Luca Bossa

PUBBLICITÀ

Un intero cartello al tappeto. Questa la decisione per boss e gregari dei De Luca Bossa, Casella e Minichini protagonisti degli ultimi anni di tensione a Ponticelli. Quella che è stata stabilita per il gruppo da anni in guerra con i De Micco è stata una vera e propria mazzata. Sono infatti arrivate le condanne nei confronti delle persone arrestate nel corso del blitz operato dai carabinieri nel novembre del 2022. Le pene più severe sono state comminate a Michele Minichini ‘a tigre (per lui vent’anni di reclusione), Roberto Boccardi (16 anni in continuazione con altra sentenza) e Francesco Audino (17 anni e quattro mesi). Tra le altre condanne si segnalano quella per Alfredo Minichini che, difeso dagli avvocati Giuseppe Milazzo e Giovanni Abet, ha rimediato una condanna a 18 anni anziché 20 perché è rimasta la circostanza aggravante di capo.

Le assoluzioni 

Tra le assoluzioni spiccano quelle di Christian Marfella (figlio di Teresa De Luca Bossa), Pasquale Damiano e Francesco Pignatiello, tutti difesi dall’avvocato Leopoldo Perone con Damiano difeso insieme all’avvocato Giuseppe Perfetto. Addirittura per Christian Marfella in sede di requisitoria erano stati chiesti 15 anni. Per Luigia Cardillo (moglie del ras Alfredo Minichini) e per Martina Minichini (sorella di Michele e Alfredo) il giudice ha derubricato la contestazione di partecipazione mafiosa nel reato meno grave di ricettazione.

PUBBLICITÀ

Per la Minichini (difesa da Leopoldo Perone) è arrivata la condanna a due anni con pena sospesa con la donna che è stata così scarcerata. Per Cardillo , difesa da Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano, stessa condanna al ribasso a due anni. Altri risultati da segnalare l’assoluzione di Davide Tomi (difeso dagli avvocati Giuseppe Perfetto e Mauro Zollo) e le condanne al ribasso per Enza De Stefano e Fortuna Ercolano che da un’iniziale richiesta di sette anni sono state invece condannate a tre anni. Riduzione rispetto all’iniziale richiesta anche per Vincenzo Barbato che rischiava 10 anni e che ne ha rimediati otto. Barbato è difeso dall’ avvocato Giuseppe Milazzo. Rischiava invece 12 anni il ras Luca La Penna: ne ha rimediati 10 anni e otto mesi solo per l’associazione. La Penna, difeso dall’avvocato Paolo Gallina, era stato già condannato a sette anni e otto mesi per la vicenda delle bombe dal cavalcavia, in sostanza dunque per lui un buon risultato avendo ottenuto tre anni a titolo di continuazione per associazione.

Le condanne

Tra le altre condanne Gennaro Aprea 18 anni (in continuazione con altra sentenza), 15 anni per Umberto De Luca Bossa, 14 anni e 4 mesi per Giuseppe De Luca Bossa, 14 anni per Eduardo Casella, Giuseppe Casella e Giuseppe Righetto, 14 anni (in continuazione) per il reggente Luigi Austero, 12 anni e 8 mesi (in continuazione) per il rampollo Emanuel De Luca Bossa, 12 anni e otto mesi per Ciro Cerrato, 12 anni per Giovanni De Turris, 12 anni e otto mesi (in continuazione) per Gabriella Onesto, 12 anni Luigi De Martino, 12 anni (in continuazione) per Fabio Oliviero, 11 anni e quattro mesi per Giuseppe Damiano, 11 anni e quattro mesi per Domenico Gianniello, 10 anni e otto mesi per Luigi Aulisio e per Vincenzo Casella, 10 anni e otto mesi per Luigi Crisai, 10 anni Nicola Aulisio, 10 anni e otto mesi per il collaboratore di giustizia Tommaso Schisa, 10 anni per Cira Cepollaro, Anna De Luca Bossa e Giovanni Palumbo, tre anni per Carmine Boccardi, sei anni e otto mesi per Giovanni Postiglione (difeso dall’avvocato Stefano Sorrentino) con concessione delle attenuanti generiche e in continuazione con altra sentenza.

Il clan di Ponticelli si faceva pagare migliaia di euro, compresa una quota di mantenimento, per fare entrare e far restare gli inquilini nelle case popolari. In alcuni casi ha deciso il pestaggio dei residenti per costringerli ad andare via, nonostante, fossero indigenti o avessero figli piccoli: così la camorra gestiva il business delle case popolari. Le indagini partirono proprio da un violento episodio, datato giugno 2020, condotto nei confronti di chi non riuscì a pagare.

PUBBLICITÀ