Si trova in carcere con l’accusa di maltrattamenti Ilia Batrakov, compagno di Marta Maria Ohryzko, la donna di 33 anni trovata morta in un dirupo a Ischia. L’uomo è gravemente indiziato in ordine al reato di maltrattamenti nei confronti della compagna, con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di persona con problematicità psichiatriche e con crudeltà.
Le parole dell’uomo davanti al gip
Davanti al gip, il 40enne russo ha raccontato di aver trovato la compagna in fondo al dirupo nella notte tra sabato e domenica, ma di averle detto che avrebbe dovuto dormire lì. All’indomani, la giovane è stata poi trovata morta. La donna aveva una storia di fragilità e dipendenza, e Batraklov ha spiegato ai suoi avvocati che lei “aveva dei problemi di salute e lui se ne era sempre preoccupato” perché “amava la sua compagna e l’ha sempre aiutata”. Nonostante a provare il fatto che la 33enne sia stata consapevolmente abbandonata e lasciata morire ci siano almeno 15 messaggi e due telefonate con richieste di soccorso inviate dalla donna al compagno, il russo ha riferito agli avvocati che “sta molto male per quello che è successo, non immaginava che questa vicenda potesse avere un risvolto così nefasto”.
Schiaffi, pugni e minacce di morte
Il provvedimento trae origine a seguito del rinvenimento del cadavere di una ragazza ucraina 32enne, in una zona di campagna nel Comune di Barano d’Ischia, in un dirupo a pochi metri dalla roulotte in cui conviveva con il fermato. Le indagini, hanno consentito di accertare che la persona sottoposta ad indagini maltrattava la convivente ripetutamente, aggredendola con pugni e schiaffi e minacciandola anche di morte e mediante l’utilizzo di armi quali un coltello, arrivando a provocarle bruciature in varie parti del corpo, con comportamenti molesti ed ossessivi, non permettendole di curarsi presso il Centro di Igiene Mentale presso il quale era in cura, cagionandole lesioni in più circostanze come documentato da referti medici acquisti in atti.
Omissione di soccorso
Da ultimo, in data 13 luglio 2024, deliberatamente ometteva di prestarle soccorso nonostante avesse ricevuto più telefonate e messaggi disperati di aiuto dal momento che la giovane vittima era caduta in un dirupo adiacente ai luoghi ove convivevano, ed anzi si recava di notte presso il luogo in cui la donna era caduta e volutamente pur avendola vista ancora in vita non le prestava soccorso, lasciandola morire da sola in una lenta agonia.
Tali elementi, hanno portato la Procura della Repubblica di Napoli a ritenere l’indagato responsabile nel reato di maltrattamenti in famiglia aggravato dall’evento morte, disponendone il fermo e la traduzione in carcere presso la Casa Circondariale di Napoli “Poggioreale”. Tale fermo in data odierna, a seguito dell’interrogatorio di convalida innanzi al Gip del Tribunale di Napoli, è stato oggetto di convalida con applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. Il pm é Alfredo Gagliardi.