Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito un sequestro preventivo per equivalente fino a un importo di oltre 26 milioni e mezzo di euro nei confronti di 20 soggetti coinvolti, a vario titolo, in un vasto sistema fraudolento finalizzato all’evasione fiscale e all’indebita percezione di fondi pubblici.
Il provvedimento, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura della Repubblica, rappresenta l’epilogo di un’articolata attività investigativa condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Capua, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate di Caserta.
Le indagini hanno preso avvio da un controllo fiscale su una società cartiera e da successive verifiche su altre imprese attive nella provincia di Caserta. Al centro del sistema, la creazione di crediti d’imposta fittizi, in particolare relativi agli Investimenti nel Mezzogiorno e alle attività di Ricerca e Sviluppo, ottenuti attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e simulate cessioni di rami d’azienda.
Gli inquirenti, grazie anche ad accertamenti bancari e tecniche investigative evolute, hanno ricostruito uno schema illecito che prevedeva la compensazione dei tributi da parte dei beneficiari dei crediti fittizi, generando un grave danno per l’Erario.
Nel meccanismo erano coinvolti professionisti e prestanome compiacenti. Alcune società, anche prossime al fallimento, fungevano da contenitori per l’acquisto di brevetti inesistenti, usati per simulare operazioni valide ai fini della fruizione dei bonus fiscali.
Nel corso dell’inchiesta sono emersi anche ulteriori reati, tra cui la percezione indebita di contributi a fondo perduto previsti dai decreti emergenziali durante la pandemia da COVID-19 (Decreti “Rilancio”, “Sostegni” e “Sostegni-bis”) e l’indennità di disoccupazione, ottenuta mediante la creazione di falsi rapporti di lavoro. Uno degli indagati avrebbe inoltre impiegato i proventi illeciti per l’acquisto di un intero fabbricato con terreno nel comune di Cancello ed Arnone, configurando un’ipotesi di riciclaggio.
Le autorità precisano che l’indagine è ancora nella fase preliminare e che gli indagati devono ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva. La misura cautelare è stata adottata in assenza di contraddittorio, che verrà garantito in sede giudiziaria.