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sabato, Maggio 4, 2024
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«Dovevo uccidere un parente dei Rinaldi», la storia dell’agguato fallito al rione Pazzigno

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Nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che due mesi fa ha portato in galera il gotha del clan Mazzarella compreso il capoclan Franco ‘o parent c’è un passaggio inerente una vendetta trasversale che gli uomini del rione Luzzatti volevano compiere ai danni di un parente dei Rinaldi, i loro storici avversari. A rivelarlo ai magistrati il collaboratore di giustizia Errico Autiero, uno che conosce il sottobosco criminale orbitante l’area orientale.  Nel periodo in cui è stato reggente del clan di piazza Mercato, insieme a Giuseppe Persico, anche lui collaboratore di giustizia, furono presi accordi con il gruppo di San Giovanni e, in particolare con Salvatore Donadeo e con lo stesso Franco ‘o parent, fratello di Roberto, per il quale Donadeo operava, per aiutarli nella guerra contro gli uomini di Ciro ‘My way’.

«Sono a conoscenza sin dal 2002 dei rapporti tra i Mazzarella di Porta Nolana e quelli di San Giovanni. A San Giovanni comandava Roberto  dopo l’arresto di Vincenzo Mazzarella, insieme al fratello Franco Mazzarella. L’accordo sicuramente riguardava gli appoggi 

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contro i Rinaldi, in quanto se quelli di San Giovanni avevano bisogno noi davamo una manoQuando Franco Mazzarella di Porta Nolana si incontrava con Roberto e Franco di San Giovanni io non partecipavo agli incontri anche se accompagnavo Franco, il figlio di Gennaro di Porta Nolana sul posto. Hanno fatto anche estorsioni insieme per esempio l’estorsione a Pino Rinaldi nelle case Nuove, si sono fatti dare 20mila euro. Questo accadeva nel 2003. Si erano organizzati Roberto di San Giovanni e Franco di Porta Nolana. All’estorsione ho partecipato personalmente. L’estorsione e stata fatta su incarico di Roberto Mazzarella e Franco Mazzarella di San Giovanni in quanto Pino Rinaldi pagava i Rinaldi e quindi doveva pagare anche noi Mazzarella. Nel 2004 circa avrei dovuto commettere un omicidio per i Mazzarella di San Giovanni nei confironti di un parente dei Rinaldi o dei Reale che viveva fuori NapoH e che era venuto trovare un parente. A farmi la proposta fu Roberto Mazzarella e Franco Mazzarella di Porta Nolana. Ci siamo incontrati a casa di Franco e mi hanno detto che dovevo commettere I’omicidio in quanto ero una faccia nuova non conosciuta dalla vittima. Marco, di cui non ricordo il cognome, mi venne a prendere e mi portò in un appartamento nel rione Pazzigno appartamento che era o suo o di un altro affiliato. Nell’appartamento c’erano già Roberto Mazzarella, Clemente Amodio, o pellettiere, persona che hanno ucciso, un’altra persona di cui non ricordo il nome, oltre a me e Marco. II progetto era di aspettare che la vittima uscisse di casa, dopo di che io sarei sceso da solo e gli avrei sparato. Poi l’altra persona di cui non ricordo il nome sarebbe venuta recuperarmi. Quel giorno la vittima designata non scese. Pertanto mi riaccompagnarono a casa e io andai da Franco, che mi disse che il giorno dopo sarebbero venuti a prendermi di nuovo. Cosa che non è poi accaduta».

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