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mercoledì, Aprile 17, 2024
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Melito, sì allo spalma-debiti. Amente e minoranza: “Atto di responsabilità di tutti”.

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I conti non tornano a Melito e quest’oggi lo ha confermato anche il consiglio comunale che, con quattro giorni di ritardo rispetto alla prima convocazione – andata deserta – ha sancito lo stato di sofferenza delle casse comunali. Troppo alti i debiti, certi e attesi, troppo esigue le entrate, inadeguate per coprire un “rosso” così profondo. Il consiglio comunale ha così deciso di affidarsi al piano di riequilibrio straordinario, adesso toccherà al Ministero dell’Interno e alla Corte dei Conti pronunciarsi prima dell’approvazione definitiva che dovrà tenersi nuovamente tra i banchi del parlamentino melitese.

La votazione dello spalma-debiti

Con 15 voti della maggioranza e l’astensione – dallo spirito collaborativo – dell’opposizione, il Comune di Melito ha deciso una spalmatura del debito dalla durata variabile tra i 10 e 20 anni, in soldoni significherà un ulteriore sacrificio dei contribuenti che si vedranno aumentare le aliquote delle imposte e ridurre allo stretto necessario i servizi essenziali erogati: una manovra “da lacrime e sangue”, dolorosa ma improrogabile.

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Le dichiarazioni del sindaco

Ho accolto con favore l’atto di responsabilità da parte di tutto il consiglio comunale, non solo della maggioranza, ma anche dell’opposizione che si è astenuta ritenendo opportuno di collaborare per la soluzione delle difficoltà in cui si trova l’Ente e il superamento di questo periodo storico difficile”. E’ stato il commento a caldo del primo cittadino Antonio Amente a margine della deliberazione di questa mattina. “Avremo circa 3 mesi di tempo per improntare un piano di rientro che, purtroppo – ha continuato il primo cittadino – prevederà dei sacrifici, ma cercheremo di non far sentire ai cittadini melitesi i disagi per questo provvedimento necessario“.

Pur a fronte di numerose riserve circa il contenuto della proposta di delibera presentata in aula questa mattina, abbiamo ritenuto di sospendere il nostro giudizio fino a quando non sarà stabilito il vero e proprio piano di rientro – così hanno motivato l’astensione i consiglieri di opposizione, che hanno aggiunto – Si tratta di un provvedimento necessario in virtù delle nuove disposizioni in materia contabile per gli enti locali. Una scelta obbligata viste le condizioni finanziarie in cui si trova l’Ente; una situazione che affonda le radici in decenni di gestione politico-amministrativa condotta sulla base di un diverso sistema contabile”.

Una presa d’atto inevitabile che coinvolgerà consiglieri, assessori e staff in primis. Gli stessi consiglieri si sono detti disponibili a rinunciare ai gettoni di presenza, così come il sindaco e gli assessori, in attesa degli atti consequenziali.

Le polemiche in Consiglio

La seduta di questa mattina si è aperta con i fuochi d’artificio, dalla spiccata ispirazione “cerchiobottista”, del coordinamento di liste civiche di maggioranza “Noi oltre tutto”. Il neo gruppo composto da tre liste e sei consiglieri, dopo aver elencato una serie di “incongruenze” dell’operato dell’amministrazione del sindaco Antonio Amente – costi esorbitanti di colonie estive, caos per lavori di manutenzione urbana, strisce blu comparse in diversi punti della città – si è allo stesso tempo dichiarato forza di maggioranza e pungolo per la ripartenza di un’azione amministrativa concreta volta al miglioramento delle condizioni di vivibilità della città. Toni anche piuttosto duri hanno infiammato le prime fasi del consesso civico con uno scambio di battute piccato tra il primo cittadino Amente e il portavoce del coordinamento Vincenzo Costa.
I cinque consiglieri del coordinamento presenti in aula, per “senso di responsabilità”, hanno votato il provvedimento più importante di giornata (il pre dissesto), oltre il piano casa e il regolamento per la gestione dei beni confosconfiscati alla criminalitá organizzata, abbandonando l’aula per le successive votazioni. I cinque consiglieri hanno lasciato i loro scranni dopo l’approvazione della mozione d’ordine nella quale, come evidenziato dai capigruppo del coordinamento, si annullava il compenso previsto per la figura del garante degli animali. I rappresentanti di Noi oltre tutto hanno così lasciato la maggioranza con sole 10 unità: sufficienti per approvare in seconda convocazione i restanti punti all’ordine del giorno.

Gli altri ordini del giorno

Le cinque ore e mezzo di assemblea, oltre alla certificazione dei conti in rosso, hanno sancito l’abbandono definitivo dei fondi per il progetto Jessica e con essi il rinvio a data da destinarsi dei lavori di riqualificazione delle aree mercatali della città. Via libera all’approvazione dei regolamenti per la valorizzazione del patrimonio comunale e quello per la destinazione ed utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Stessa sorte per l’atto di indirizzo del “Piano Casa”. Carmine Sanarico, infine, è stato nominato garante per la tutela degli animali e sarà il primo a fare le spese dei tagli imposti dalla nuova politica del risparmio dell’Ente: su decisione del primo cittadino, svolgerà il suo ruolo in forma gratuita.

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