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giovedì, Aprile 25, 2024
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Morta dopo l’asportazione di un neo, medico e santone condannati per la morte di Roberta Repetto

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Sono stati condannati a tre anni e 4 mesi Paolo Bendinelli, il “santone” del centro olistico Anidra di Borzonasca (Genova) e il medico bresciano Paolo Oneda. I due sono stati dichiarati responsabili della morte di Roberta Repetto. L’insegnante di 40 anni alla quale fu asportato nel 2020 un neo sul tavolo della cucina del centro. Per due anni la donna fu “curata” con tisane zuccherate e meditazione.

Roberta Repetto sarebbe morta a causa delle metastasi di un tumore mai curato adeguatamente

Secondo quanto riportato, la paziente sarebbe deceduta a causa delle metastasi di un tumore mai curato in maniera adeguata. Roberta, infatti, si era affidata ciecamente alle ‘cure’ del santone Bendinelli e del medico Oneda. I quali, per circa due anni, le hanno consigliato ‘terapie’ costituite da meditazione e sedute psicologiche con la terapeuta Paola Dora.

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Il medico e il santone sono stati entrambi condannati a 3 anni e 4 mesi di carcere

Mentre la donna è stata assolta in sede processuale, Bendinelli e Oneda sono stati condannati con rito abbreviato per omicidio colposo. Tuttavia, sono decadute le accuse di violenza sessuale e circonvenzione di incapace. Il pubblico ministero Gabriella Dotto aveva chiesto 16 anni per Bendinelli, “guida spirituale” della paziente, 14 per Oneda e 10 per Dora per omicidio volontario.

Nel 2020 Roberta era stata operata per la rimozione di un neo sul tavolo della cucina e senza anestesia

Roberta Repetto, un’insegnante di 40 anni, si era affidata al centro olistico Anidra di Borzonasca nel 2019. I problemi erano iniziati quando la donna era stata operata da Oneda su un tavolo da cucina, senza nemmeno l’anestesia, per l’asportazione di un neo sulla schiena. In seguito a questa operazione, il medico applicò alcuni punti e consigliò a Repetto di sottoporsi a una terapia fatta di tisane e meditazione per la “purificazione spirituale”

La quarantenne aveva continuato a lamentare dolori lancinanti

Nel corso dell’anno, tuttavia, Roberta aveva continuato a lamentare dolori lancinanti. Al che, Oneda e Bendinelli le avevano assicurato che quelli erano segnali che dimostravano “il successo dell’operazione chirurgica”. A denunciare i fatti furono i familiari della donna. Da lì, l’apertura di un’inchiesta ha portato nel 2021 all’arresto di Oneda e Bendinelli: a questo si sono poi aggiunte le denunce in stato di libertà per la psicologa Paola Dora, ora assolta dall’accusa di omicidio.

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