Quando il Papa muore, al cardinale camerlengo è richiesto di procedere all’accertamento ufficiale del decesso in presenza del maestro delle celebrazioni liturgiche e del cancelliere della Camera Apostolica: Al cancelliere è attribuito il ruolo di compilare il documento di morte.
Il cardinale camerlengo procede con l’apposizione dei sigilli alla camera e allo studio del Pontefice. Inoltre comunica l’avvenuto decesso del Papa al vicario di Roma, che a sua volta procede alla diffusione della notizia. Le campane di San Pietro vengono fatte risuonare con rintocchi a martello, mentre il portale bronzeo viene chiuso per metà.
Terminata questa primissima fase, si procede con la composizione della salma ad opera dei medici vaticani, che la rivestiranno con i parametri pontifici: mitria bianca sul capo, mantello rosso usato per la S.S. Messa (casula), striscia di lana bianca con croci nere (pallio). Una volta composta, la salma è condotta nella Basilica di San Pietro per l’esposizione ai fedeli, per una durata pari a tre giorni.
La morte di Papa Francesco
Oggi 21 aprile 2025 Papa Francesco è morto dopo il peggioramento delle sue condizioni di salute. Il Vicario di Cristo nei giorni scorsi è stato ricoverato all’ospedale Gemelli. Jorge Mario Bergoglio venne eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013.
Lo ha annunciato Sua Eminenza, il Card Farrell: “Carissimi fratelli e sorelle – le sue parole – con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino.”
La biografia di Papa Francesca
Il primo Papa giunto dalle Americhe è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires dal 1998. È una figura di spicco dell’intero continente e un pastore semplice e molto amato nella sua diocesi, che ha girato in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus.
«La mia gente è povera e io sono uno di loro», ha detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato misericordia, coraggio e porte aperte. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, «è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale», che significa «mettere al centro se stessi». E quando cita la giustizia sociale, invita a riprendere in mano il catechismo, i dieci comandamenti e le beatitudini. Nonostante il carattere schivo è divenuto un punto di riferimento per le sue prese di posizione durante la crisi economica che ha sconvolto il Paese nel 2001.