Partirà domani per l’Italia la salma di Salvatore De Stefano, il 35enne ucciso con colpi di pistola mentre si trovava in un ristorante italiano di Città del Messico, lo scorso 4 aprile. Il corpo del napoletano, colpito a morte in un agguato, è stato riconsegnato ai familiari dopo l’autopsia disposta dagli inquirenti. I familiari, assistiti dall’avvocato Gennaro Demetrio Paipais, chiedono giustizia.
«Nessun omicidio è giustificato – dice la sorella, Rossella De Stefano – ed è inaccettabile che alcuni media messicani riconducano il movente a una presunta truffa che avrebbe perpetrato mio fratello quando non è stato nemmeno identificato l’autore dello sparo. Tutto quello che Salvatore vendeva è dichiarato e regolarmente certificato, come si può ben constatare dalle relative documentazioni e dalla pagina Facebook del suo negozio». «Se i media locali dichiarano un determinato movente – aggiunge la donna -, allora dobbiamo pensare che qualcuno già sa tutto. Se così dovesse essere, noi familiari possiamo solo incitare chi conosce la verità a parlare e a dare in questo modo pace a Salvatore e a noi che soffriamo la perdita prematura e immeritata».
I familiari del napoletano ucciso in Messico sottolineano anche di confidare nella magistratura messicana e italiana affinché «la verità venga finalmente fuori» e ringraziano per il lavoro sinergico messo in campo che vede impegnati, in queste ore, «il nostro difensore, l’Ambasciata Italiana in Messico ed il Ministero degli Esteri».