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Napoli. Figlio del boss ’modello’ su Instagram per un negozio: «Vergogna, scatti inammissibili»

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Si accende il dibattito sul caso delle foto che ritraggono il figlio di Luigi Cimmino postate sul profilo Instagram della boutique del referente di Confcommercio Vomero-Arenella. Ad aprire le danze era stato domenica mattina lo stesso presidente di Confcommercio Napoli e provincia, Massimo Vernetti, che all’Adn Kronos aveva liquidato il caso definendolo «una bolla di sapone».

Una difesa a spada tratta, quella di Vernetti nei confronti del suo fiduciario vomerese. «Sulla questione se le colpe dei padri ricadono sui figli – aveva proseguito Vernetti – potremmo scrivere anche dieci libri e non riusciremmo comunque a risolvere il problema. Detto questo, mi sembra che il negozio sia solito pubblicare foto di clienti mentre indossano suoi capi d’abbigliamento. Fa parte della sua strategia commerciale. Mi sembra che la foto in questione sia una tra le tante, andarla a cercare mi sa di caccia alle streghe».

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Diametralmente opposti i commenti registrati ieri. Sul caso è intervenuta Cinzia Del Giudice, presidente della commissione Legalità della quinta Municipalità (Vomero-Arenella): «Sono esterrefatta dalle dichiarazioni del signor Schmitt (il titolare della boutique, ndr), presidente dell’Associazione Commercianti Arenella Vomero, in merito alle foto postate sui social per fare pubblicità al suo negozio. Se almeno si fosse giustificato dicendo: Non conoscevo il cliente, ha un bell’aspetto, gli stava bene l’abito e ho pubblicato le foto. Trovo grave e disdicevole dichiarare invece: È un cliente, paga come tutti gli altri. Non è ammissibile: in primis perché rappresenta i commercianti, la categoria maggiormente vessata dalle estorsioni e dall’usura, e poi perché questo territorio ha avuto vittime innocenti per mano dei camorristi. Tali dichiarazioni sviliscono il lavoro che viene portato avanti dalle istituzioni locali con grande impegno e determinazione anche per riconquistare la fiducia nei cittadini».

Per il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Borrelli «utilizzare l’immagine del figlio di un pregiudicato per promuovere la propria azienda è inaccettabile. Nella lotta alla criminalità organizzata è necessario eliminare ogni forma di ambiguità tra il tessuto sano della città e le organizzazioni camorriste». «Anche se non risultano condanne per associazione mafiosa a carico del testimonial conclude Borrelli – ritengo profondamente sbagliato accostare immagini di figli dei boss, che non hanno apertamente abiurato nei confronti della famiglia, con settori imprenditoriali, commerciali, pubblici e professionali della nostra città».

Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale dei Verdi Marco Gaudini, che giudica «sconcertanti e inopportune le dichiarazioni del commerciante Walter Schmitt, anche per il ruolo istituzionale da lui ricoperto nell’ambito della Confcommercio». «Gli stretti rapporti di parentela tra il giovane immortalato in quei post con un soggetto ben noto a forze dell’ordine e giudici imporrebbero quanto meno maggiore cautela nell’accostarlo a un’attività commerciale, senza nulla togliere alle tante iniziative positive portate avanti dallo stesso signor Schmitt e dall’associazione cui appartiene».

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