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3 luglio 1990, quando Napoli preferì Totò Schillaci a Maradona

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Tra le tante imprese di Italia 90 di Totò Schillaci c’è ne una che vale forse più dei 6 gol che gli valsero il titolo di capocannoniere dei Mondiali: era il 3 luglio del 1990 ed a Napoli si giocava Italia-Argentina.

Alla vigilia delle samifinale Diego Armando Maradona, fresco di secondo scudetto conquistato con la maglia azzurra lanciò un monito ai partenopei.  “Io voglio solo il rispetto dei napoletani, non il tifo perchè io e la mia nazionale sappiamo che i napoletani sono italiani – sbottò il Pibe de Oro – Solo che gli italiani devono capire che il napoletano è anche italiano”. 

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Diego la toccò ancora meno piano del solito, cercando di spostare il pubblico dalla sua parte. In molti si interrogarono su chi fare il tifo nell’allora San Paolo: per la propria Nazionale o per chi li aveva portati sul tetto d’Italia e d’Europa?

Tra il sogno di Maradona di vedere uno stadio italiano fare il tifo per l’Albiceleste si mise un figlio del sud che aveva trascinato la Nazionale di Vicini in semifinale a suon di gol: Salvatore Schillaci da Palermo. 

All’ingresso in campo delle squadre l’atmosfera era incandescente, fiumi di applausi per el Dies e cori per l’attaccante azzurro. Una perfetta parità, fino al minuto 18 del primo tempo, quando Totò gonfiò la rete portando avanti l’Italia con lo stadio di Napoli che urlò all’infinito: “Schillaci, Schillaci, Schillaci…”.

Manco il pareggio di Caniggia e l’amaro epilogo ai rigori cambiarono la storia. Diego Armando Maradona rientrò negli spogliatoi tra gli applausi amari di un pubblico afflitto per la sconfitta, mentre un Totò in lacrime fu rincuorato dai napoletani che non smisero manco un secondo di urlare “Schillaci, Schillaci, Schillaci…”.

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