Il Citrobacter o batterio killer che avrebbe causato morte di quattro bambini tra la fine del 2018 e quest’anno nella Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona annidato in un rubinetto dell’acqua utilizzata dal personale. Questa la conclusione a cui giunge la relazione di una delle due commissioni nominate dalla Regione Veneto con un’anticipazione pubblicata dal Corriere del Veneto. Si tratta della cosiddetta “commissione esterna”, coordinata da Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova. Un’altra relazione è composta da membri interni all’amministrazione regionale.
Le indagini sulle cause del batterio killer
Secondo le conclusioni della commissione esterna, il Citrobacter avrebbe colonizzato il rubinetto probabilmente a causa di un mancato o parziale rispetto delle misure d’igiene; un altro errore potrebbe essere stato di ricorrere all’acqua del rubinetto e non ad acqua sterile.
Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, interpellato dall’Ansa, spiega di avere dato disposizione al segretario regionale della Sanità, Domenico Mantoan, che “tale relazione venga inoltrata alla Procura della Repubblica e resa disponibile per l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e per i famigliari dei bambini colpiti dal batterio, in modo che possano conoscere gli esiti fin da subito”.
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