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giovedì, Luglio 10, 2025
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«Non toccate Sfilatino», la guerra a Fuorigrotta scoppiata per aver disatteso gli ordini dei clan

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L’omicidio di Gaetano Mercurio scatenò le reazioni del clan Troncone, soprattutto, alla luce dello scontro con il gruppo Iadonisi. Il 43enne, detto Sfilatino, fu colpito in un agguato in via Terracina il 6 marzo del 2020, il ras morì poi il 13 aprile all’ospedale San Paolo a Fuorigrotta. Dopo l’omicidio Mercurio furono registrate numerose conversazioni dalle quali emergerebbe il movente dell’agguato, cioè lo scontro tra i gruppi camorristici Troncone e i Iadonisi. Tra i primi a parlare di quell’agguato Youssef Aboumuslim, ex braccio destro del boss di Bagnoli Massimiliano Esposito, quest’ultimo acerrimo nemico degli stessi Troncone. Youssef tira in ballo gli Iadonisi per quel delitto (anche se è da chiarire che al momento non vi è nessun indagato e che si tratta di dichiarazioni che attendono riscontro):«Di questo omicidio ne sono a conoscenza perchè mi recai una volta a casa di Mariano Frizziero dal quale avevo appreso le circostanze di questo. Di questo omicidio ricordo che gli Iadonisi ci fecero capire che erano stati loro ad uccidere Mercurio, soggetto molto vicino a Vitale Troncone il quale, subito dopo l’omicidio e per i contrasti con i Volpe si allontanò da Fuorigrotta. Ricordo che Iadonisi aveva avuto una discussione con Vitale Troncone che minacciò lo Iadonisi».

Il summit prima dell’agguato

Della riconducibilità del movente camorristico dell’omicidio di Mercurio vi sarebbe stata conferma del fatto che il 43enne sarebbe stato al centro della discussione di un summit di camorra. Summit convocato dopo un botta e risposta con spari contro l’abitazione di un affiliato agli Iadonisi seuiti da una stesa contro l’abitazione dello stesso Mercurio. A quell’incontro avrebbero partecipato, tra gli altri, i vertici dei Troncone ed i loro nemici. Quest’ultimi avrebbero promesso di non uccidere Mercurio, disattendendo poi le loro parole come emergerebbe da una conversazione, registrata il 14 aprile, tra i parenti della vittima: “Dissi io è andato all’appuntamento ci ha dato la mano..no Zia nessuna mano ..disse tua sorella… non toccare a Sfilatino… e lui disse va bene ..embè aveva detto va bene”. Inoltre Luigi Troncone, parlando a nome del suo gruppo, avrebbe assicurato che gli affiliati erano completamente estranei alla vicenda.

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