Dopo lo scandalo del pandoro di Chiara Ferragni il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al ddl beneficenza. Il provvedimento garantisce trasparenza e assicura un’informazione chiara e non ingannevole quando vengono commercializzati prodotti con proventi destinati a iniziative solidaristiche. In caso di violazione degli obblighi previsti dal disegno di legge, l’Autorità potrà erogare una sanzione che va da 5mila fino a a 50mila euro. Inoltre, le aziende e i professionisti dovranno comunicare all’Antitrust l’attività promozionale e il termine entro il quale verrà effettuato il versamento della somma.
Chiara Ferragni sul ddl Ferragni
Il ddl vuole “assicurare che l’informazione sia chiara e non ingannevole quando vengono commercializzati prodotti i cui proventi vadano a iniziative solidaristiche”, ha detto il ministro Adolfo Urso dopo il Cdm. Ora il ddl e i suoi quattro articoli verranno discussi in Parlamento.
“Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo”. Così, in una nota, Chiara Ferragni commenta il via libera del Cdm al cosiddetto “ddl Ferragni” che punta a rendere più trasparente l’attività di beneficenza, con norme più stringenti per gli influencer. “Quanto mi è accaduto – prosegue la nota – mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali. Questo disegno di legge consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall’altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura essere accusato di commettere un’attività illecita”, conclude l’influencer.
Codacons al contrattacco su Chiara Ferragni: «Non ha capito la gravità: chiederemo il sequestro dei social»
Il Codacons definisce «aberranti» le dichiarazioni di Chiara Ferragni al «ddl trasparenza», il disegno di legge approvato dal Cdm di oggi che introduce regole e multe sulle attività di beneficenza legate ad attività commerciali e che riguardano anche gli influencer. La speranza dell’associazione dei consumatori era sentire l’imprenditrice chiedere scusa per la prima volta, dopo il caso dei pandoro Balocco e la beneficienza per l’ospedale Regina Margherita di Torino, da cui è partita l’indagine per truffa aggravata. Inchiesta che aveva avuto spinta proprio dagli esposti del Codacons in tutte le procure d’Italia. Ferragni si era detta «lieta» del provvedimento del governo. E aveva poi ammesso: «Quanto mi è accaduto mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali».
La minaccia
Parole che, secondo Codacons, dimostrano «come l’influencer non abbia minimamente compreso la gravità delle sue azioni». Per l’associazione dei consumatori, Ferragni «farebbe meglio a tacere e a chiedere scusa agli italiani parlare di mero “errore” dinanzi ad un illecito accertato dall’Antitrust con una multa da un milione di euro, e a indagini a tutto campo della magistratura per quello che i pm definiscono un “sistema” ripetuto nel tempo per sfruttare la beneficenza a fini di profitto, è semplicemente vergognoso, e dimostra come l’influencer non abbia compreso il significato di truffa aggravata, e sia convinta che tutto possa essere ricondotto ad un leggero e insignificante errore». A questo punto, spiega Codacons, «dovremmo chiedere misure cautelari a suo carico come l’inibizione di qualsiasi attività commerciale e il sequestro dei suoi social per evitare che compia altri illeciti».

