Non doversi procedere perché l’azione penale non dovesse essere esercitata per difetto di
una condizione di procedibilità. Questa la decisione del gup Linda Comella nei confronti di Felice e Michelangelo D’Ausilio figli di Domenico ‘Mimì o sfregiato’, storico capoclan di Bagnoli. I due rampolli (con Felice che da qualche anno è collaboratore di giustizia) rispondevano in qualità di partecipe e esecutore dell’omicidio di Giuseppe Marigliano avvenuto nel lontano 1999.
Un delitto che, per la Procura, era finalizzato ad affermare il potere dei D’Ausilio sul territorio. I due erano stati tirati in ballo anche da alcuni collaboratori di giustizia, per Felice il pubblico ministero aveva chiesto 9 anni mentre per Michelangelo D’Ausilio 16. E invece alla fine sono riuscite a spuntarla le argomentazioni della difesa e in special modo dell’avvocato Claudio Davino che difendeva Michelangelo D’Ausilio con il gup che ha decretato di non doversi procedere per i due.