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Omicidio dello zainetto, cancellati gli ergastoli per i ras del clan D’Amico

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Ergastoli cancellati per i ras del clan D’Amico per l’omicidio di Luigi Mignano passato alle cronache come ‘omicidio dello zainetto’. La Corte di Cassazione (V sezione) ha annullato gli ergastoli per Ciro Rosario Terracciano (difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Valerio Vianello), Umberto Luongo (difeso dagli avvocati Alessandro Pignataro, Giuseppe Perfetto e Valerio Spigarelli), Pasquale Ariosto (difeso dall’avvocato Dario Vannetiello) e Giovanni Salomone (difeso dall’avvocato Saverio Senese). L’omicidio avvenne al 9 aprile 2019 nel rione Villa quando Luigi Mignano fu ucciso e suo figlio Pasquale Mignano rimase ferito in un tentato omicidio. Secondo le indagini, l’agguato fu compiuto per agevolare il clan Mazzarella-D’Amico, con l’obiettivo di imporsi sul clan Rinaldi guidato da Ciro Rinaldi ‘Mauè’, cognato dello stesso Mignano. L’annullamento della Suprema Corte è sul trattamento sanzionatorio con rinvio ad una nuova Corte d’Assise d’appello. In precedenza vi erano stati altri annullamenti a carico di Pasquale Autiero, Gennaro Improta e Giovanni Musella.

Quel feroce episodio di cronaca passò alla storia come l’omicidio dello zainetto. Il raid criminale avvenne, tra via Sorrento e via Ravello, intorno alle 8,30 del mattino, orario di ingresso dell’Istituto Vittorino da Feltre, nel cuore del Rione Villa, nell’area Est di Napoli, tormentata dalle aggressioni della criminalità organizzata. Numerosi i colpi di pistola esplosi da due sicari a bordo di uno scooter. In zona fu trovata un’auto crivellata di proiettili. Inizialmente gli inquirenti credettero che l’obiettivo del commando di fuoco fosse Pasquale Mignano, ferito a una gamba e ricoverato all’Ospedale del Mare. Dopo si collegò il suo ferimento all’uccisione del padre, cognato del boss Ciro Rinaldi.

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Luigi Mignano aveva precedenti per estorsione, droga e anche associazione e secondo gli investigatori era vicino al clan Rinaldi, egemone della zona e da tempo in guerra con il clan Mazzarella per il predominio su San Giovanni a Teduccio. Pasquale Mignano, invece, non aveva precedenti ma solo semplici violazioni al codice stradale. Grazie alle scelta di D’Amico di passare dalla parte dello Stato furono ricostruiti tutti i passaggi di quel delitto avvenuto davanti a decine di bambini.

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