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venerdì, Maggio 3, 2024
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Omicidio per il controllo dei trasporti, 5 arresti: c’è anche il boss Ciccio Mallardo

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I Carabinieri della Compagnia di Battipaglia hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Salerno, su richiesta di questa Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di cinque indagati: Mogavero Francesco (classe 79), Bisogni Enrico (classe 68), Di Martino Luigi, detto “il profeta” (classe 61), Mallardo Francesco (classe 51) e Cecere Stefano (classe 72).

I primi quatto già erano detenuti per altro; il quinto, unico libero, era di fatto irreperibile fino al suo rintraccio e arresto, che ha richiesto un particolare e costante impegno della PG delegata all’esecuzione.

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I cinque sono indagati per l’omicidio di Aldo Autuori, aggravato dal metodo e dalle finalità mafiose, eseguito a Pontecagnano Faiano la sera del 25.08.2015.
Le indagini, coordinate dalla DDA di Salerno, hanno permesso di individuare nel MOGAVERO Francesco e nel BISOGNI Enrico i mandanti dell’omicidio e nei restanti tre gli organizzatori dell’agguato mortale. Più precisamente, questi i ruoli: MOGAVERO Francesco e BISOGNI Enrico, ai vertici del clan Pecoraro-Renna, operante nella Piana del Sele, quali soggetti mandanti che avevano decretato la morte di Aldo AUTUORI perché quest’ultimo, una volta uscito dal carcere, nell’anno 2015, allestiva una serie di attività ritenute di intralcio al predominio, sul territorio, del predetto clan.

Il Mogavero ed il Bisogni, in considerazione dei vecchi rapporti che legavano il clan Pecoraro-Renna al clan Cesarano, operante in Castellammare di Stabia, si rivolgevano a DI MARTINO Luigi, detto “O Profeta” , elemento apicale del citato clan, per chiedere la collaborazione per l’esecuzione materiale dell’ omicidio; – DI MARTINO Luigi, quale intermediario tra i mandanti e gli esecutori materiali, in quanto a sua volta si rivolgeva a MALLARDO Francesco, capo indiscusso dell’omonimo clan, operante nella zona di Giugliano in Campania, che dava incarico per l’esecuzione materiale a TESONE Antonio, alias “uomo della masseria”, e TRAMBARULO Gennaro, nei confronti dei quali però il Gip, non ritenendo il quadro gravemente indiziario, ha rigettato la richiesta misura cautelare (avverso tale parte dell’ordinanza questa Procura Distrettuale ha proposto gravame; – MALLARDO Francesco, reggente dell’omonimo clan, all’epoca dei fatti sottoposto al regime della libertà vigilata nel Comune di Sulmona, dopo essere stato più volte contattato e raggiunto presso quel centro da DI MARTINO Luigi, forniva a quest’ultimo la disponibilità dei suoi uomini per l’esecuzione di tale delitto; CECERE Stefano, stretto collaboratore di MALLARDO Francesco, faceva da tramite con DI MARTINO Luigi.

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