Parente del boss nasconde in casa oltre 1 milione di euro in contanti. Sabato mattina a Bitonto i poliziotti della Squadra Mobile di Bari, coadiuvati da personale del Servizio di Polizia Scientifica di Roma, sulla base di attività info-investigative, eseguivano una serie di perquisizioni domiciliari finalizzate alla ricerca di armi, droga e denaro, provento di attività illecite riconducibili al clan Conte. Nell’occasione, gli agenti della Squadra Mobile della Questura e del locale Commissariato eseguivano approfondimenti anche con l’ausilio delle più moderne tecnologie, in dotazione al Servizio di Polizia Scientifica, che permettono la scansione e ricerca di eventuali vani occultati all’interno delle mura.
Nell’abitazione di un soggetto riconducibile per vincoli familiari direttamente al boss della citata organizzazione, Domenico Conte, occultata in un doppio fondo di un armadio, sono stati rinvenuti 1.465.500 euro in contanti.
IL CUSTODE ERA UN MURATORE: CONTANTI IN BANCONOTE DI VARIO TAGLIO
Il “custode”, muratore di professione, non è stato in grado di giustificare il possesso dei soldi. Quindi è stato denunciato per il reato di favoreggiamento reale. L’ingente somma in contanti, in banconote di vario taglio, considerata presumibilmente frutto delle attività illecite del clan, veniva sottoposta ad un sequestro preventivo d’urgenza, eseguito ancora nella fase delle indagini preliminari, che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.
A tal proposito, si ricorderà che solo pochissimi giorni prima, questo gruppo criminale era stato colpito dall’esecuzione, da parte degli uomini della Polizia di Stato, dell’operazione Market Drugs, in forza di un’ordinanza di custodia cautelare, richiesta da questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 43 soggetti. Sono stati ritenuti promotori e partecipi dell’organizzazione criminale, dedita al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso.
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Il sequestro di ieri, che colpisce il presumibile frutto di attività illecita (che, come documentato, permetteva un indotto d’affari d’indubbio rilevo, consentendo, attraverso gli “stipendi” il mantenimento degli affiliati) si colloca nel contrasto ai capitali illeciti, promosso dalle Istituzioni Statali, volto a sottrarre linfa economica alle organizzazioni criminali operanti sul territorio.
Sequestrati oltre 4 milioni di euro in contanti, maxi-blitz dell’Antimafia