sabato, Luglio 19, 2025
HomeCronacaPost choc contro la figlia di Meloni, il prof napoletano: "Un gesto...

Post choc contro la figlia di Meloni, il prof napoletano: “Un gesto stupido”

«È stato un gesto stupido, scritto d’impulso. Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina». Così Stefano Addeo, il professore di Tedesco di un istituto superiore della provincia di Napoli finito al centro di un caso nazionale dopo un post sui social in cui augurava alla figlia della premier Giorgia Meloni la stessa sorte di Martina, la 14enne uccisa ad Afragola.

Il messaggio ha scatenato indignazione trasversale e l’intervento immediato del Ministero dell’Istruzione, che ha avviato verifiche e preannunciato provvedimenti disciplinari. Intervistato dal Roma online, Addeo ha cercato di chiarire la sua posizione: «Mi rendo conto della gravità, ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza, amo gli animali, faccio volontariato. È stato un errore».

Il professore ha ribadito il proprio dispiacere per il contenuto del post, definendolo «inappropriato e inaccettabile», ma ha anche precisato di non voler rinunciare alle sue opinioni politiche: «Non mi sento rappresentato da questo governo, ma esprimere dissenso non deve mai passare per l’odio personale o i messaggi estremi».

Sulla vicenda, intanto, continuano a piovere reazioni: Fratelli d’Italia ha chiesto l’intervento immediato delle autorità scolastiche, mentre il ministro Valditara ha promesso sanzioni esemplari.

ARTICOLO PRECEDENTE – Minacce choc alla figlia di Meloni, prof del Napoletano a rischio licenziamento

“Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola“: è il contenuto agghiacciante di un post social che ha scatenato un’ondata di indignazione politica e pubblica. Il messaggio, subito rilanciato da Fratelli d’Italia con l’identità dell’autore oscurata, ha fatto emergere un particolare ancora più inquietante: a scriverlo sarebbe stato un docente in servizio presso due scuole superiori della provincia di Napoli.

Non ha tardato a intervenire il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha espresso «forte solidarietà al presidente Giorgia Meloni» e annunciato accertamenti immediati per risalire all’autore del post, definito «un atto indegno». Il ministro ha sottolineato la necessità di tutelare il decoro della professione docente e promesso sanzioni esemplari: «Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quella dignità che deve caratterizzare una professione così delicata».

Durissimo anche il commento della premier: «Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore». Meloni ha invitato tutte le forze politiche a unirsi nel condannare questo clima di violenza verbale, sottolineando che «ci sono confini che non devono essere superati mai».

A poche ore di distanza, un secondo post choc ha preso di mira anche le figlie del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In risposta a un suo commento di condanna sulle minacce ricevute da Meloni, un utente ha rilanciato scrivendo: «Confermo l’augurio anche alle tue», accompagnando il messaggio con i nomi delle ragazze.

Dal mondo politico sono piovute reazioni unanimi di condanna. Severino Nappi, capogruppo della Lega in Consiglio regionale della Campania, ha chiesto il licenziamento immediato del docente coinvolto: «Chi dovrebbe educare i giovani si distingue solo per l’odio che semina. È inaccettabile».

Il deputato leghista Gianpiero Zinzi ha ribadito che «i figli non si toccano», definendo intollerabile il clima d’odio e rinnovando la solidarietà a Meloni, Piantedosi e alle rispettive famiglie.