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venerdì, Maggio 3, 2024
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Pr stupra ragazza in discoteca, si sfoga su Instagram dopo la condanna a 6 anni: “Chi mi ama, mi vendichi”

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Dopo aver appurato la veridicità dell’accusa, un pr ha ricevuto una condanna di 6 anni di carcere per aver abusato di una minorenne in discoteca. Il giorno della sua condanna, l’uomo mette una storia sul suo profilo Instagram rivendicando in modo delirante una rivalsa. “Chi mi ama mi vendichi”, scrive distaccandosi nettamente dalla realtà dei fatti.

La paura costante della ragazza stuprata 

“Ho ancora paura” afferma la vittima dinnanzi ad un ostacolo che ancora deve valicare. Centro di un mirino d’odio è ormai sommersa da critiche e offese continue. Temo che i suoi amici possano farmi del male. Ho cambiato le serrature di casa ma credo non basti. Sono terrorizzata, credo che qualcuno possa sfregiarmi con l’acido”. Queste le parole della ragazza, pregne di tensione e paura. Nonostante la giustizia abbia condannato il pr, Filippo Roncato, la vittima non riesce ad uscire dal baratro delle violenze.

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Un’accusa definitiva 

Filippo Roncato è il nome del pr 27enne che ha subito una condanna di 6 anni di carcere per aver stuprato una ragazza presso la discoteca “Baita al Lago” (Treviso). Dopo le accuse i suoi legali hanno tentato di revocarle con una difesa che per la Corte di Cassazione è risultata fallace. Questa ha quindi confermato la sentneza emanata dalla Corte d’Appello di Venezia. Il verdetto in questione pone al pr 27enne una condanna di 6 anni per aver il 21 agosto del 2015 abusato di una ragazza di 15 anni. Durante gli otto anni che hanno seguito quel giorno, Roncato si è sempre dichiarato innocente affermando che non ci fosse stata nessuna violenza e che il rapporto fosse consenziente.

Il carnefice si veste da vittima    

Con totale disinteresse e in modo irrispettoso dinnanzi al verdetto decretato, Roncato scrive una storia sul suo profilo Instagram dove chiede agli amici di vendicarlo. “Domani mattina sarò in carcere a Bollate”, scriveva martedì sera. E’ in questo modo che il pr sfrutta il social come mezzo di propaganda indirizzato alla violenza e alla vendetta. Da queste continue incitazioni i suoi amici si muovono complicando ulteriormente la stabilità psicologica della ragazza. L’avevano ricoperta di insulti, minacce di morte e offese di ogni genere. Quando la situazione sui social diveniva particolarmente burrascosa incideva anche sulla vita reale. La ragazza veniva accompagnata a scuola ‘scortata’. Alla fine fu anche costretta a cambiare istituto.

Il racconto della ragazza 

“Non conoscevo il pr, improvvisamente mi ha sorpreso alle spalle strattonandomi in un punto più isolato della discoteca. Poi ha iniziato a baciarmi e a palpeggiarmi. Il peggio è arrivato dopo, quando mi ha obbligato a spogliarmi e ad avere un rapporto sessuale completo. Sono felice che la verità sia venuta a galla. E’ giusto che lui paghi per tutto quello che mi ha fatto. Dopo lo stupro ho perso 35 chili per i farmaci anti Aids. La parte peggiore era dover elaborare quanto accaduto”.

Mi sentivo sbagliata come ragazza, solo con il tempo ho compreso che fosse solo colpa sua. I suoi amici mi hanno insultato e minacciato in ogni modo possibile. Una sua amica ha tentato addirittura di spingermi giù dal treno. Pian paino ho superato in parte le mie paure, ci sono però angoli oscuri su cui, ancora, non riesco a far luce. Quando vado in discoteca vado solo se ci sono amici maschi che possono proteggermi o quando sono per strada faccio attenzione se qualcuno mi segue. La violenza mi ha segnata ma grazie al supporto psicologico sono andata avanti e ho sfruttato le mie energie nel lavoro“. 

 

 

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