Processo contro la Vanella-Grassi, emesse le prime condanne. Assolti Gelsomina Chianese e Luca Coppola, marito e moglie di Arzano, per non aver commesso il fatto. Era stata decapitata un’intera rete di spacciatori, ritenuta contigua al clan Vanella Grassi, che forniva droga sull’isola d’Ischia. Il blitz antidroga era scattato 29 febbraio 2016 con la Polizia di Stato di Napoli che aveva eseguito 17 arresti nell’area Napoli nord.
I provvedimenti cautelari, erano stati richiesti dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ed emessi a carico di un gruppo criminale. I reati ipotizzati erano quelli di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Numerose le donne, con diversi compiti, ritenute coinvolte nell’inchiesta. Tra gli arrestati anche un uomo residente sull’isolad’Ischia. Le accuse erano estremamente gravi: associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti e numerosi episodi di acquisto e commercializzazione di sostanze stupefacenti. Secondo quanto accertato dalla Narcotici della Questura di Napoli e dai magistrati inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, quelli della “Vanella Grassi” erano di fatto i “concessionari” di quest’organizzazione sull’isola d’Ischia.
Il loro compito era quello di incontrarsi con i cosiddetti capizona del clan, a cui chiedevano il quantitativo di droga necessaria per rifornire il mercato isolano. A volte la sostanza veniva pagata anticipatamente e a volte a credito, ma solo dopo aver tastato l’affidabilità dei tre soggetti. L’operazione viene denominata“Hard Bread” e scattò alle prime luci dell’alba, in modo da non consentire alla stragrande maggioranza dei soggetti da arrestare di potersi sottrarre alla misura disposta dal gip. Un’ordinanza confezionata in ottocento pagine, un vero e proprio volume che è arricchito prevalentemente da intercettazioni telefoniche tra soggetti che avevano come unico scopo mettersi d’accordo su come potersi scambiare sostanza stupefacente dietro versamento di determinate somme. Informazioni su come e quando si dovessero incontrare e nei casi più particolari i “concessionari” del clan “Vanella Grassi” chiedevano che la sostanza venisse spedita tramite un corriere fidato. Una scelta dettata dalla necessità di non farsi pizzicare dalle forze dell’ordine.
Gli arrestati furono D. B. di Torre Annunziata, R. B. di Lacco Ameno, G.C. e L.C. di Arzano, E. C. , A. F., M. F., A. I., A. M. e F. R. di Napoli, P. G. di Pompei, G. L. di Pianura, G. M. di Casavatore, C.P. di Lacco Ameno, A. R. di San Giorgio e A. V. di Scampia. Nella giornata di ieri, presso la IV sezione penale del Tribunale di Napoli, il presidente del collegio Loredana Acierno accogliendo le tesi difensive del penalista Mario Angelino ha assolto Luca Coppola perché il fatto non sussiste, e per non aver commesso il fatto Gelsomina Chianese. Per alcuni capi d’imputazione sono stati assolti Antonio Russo, Federico Nadi De Fortis, Antonio Iarnelli, Francesca De Rosa e Gennaro Longo.