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Processo sugli affari del clan Contini, iniziate le discussioni difensive

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Si sono tenute ieri le prime discussioni della Difesa degli imputati di Antonio e Gennaro Festa ed altri, dinanzi al Gup Dott Marrone. E’ la quarta udienza dinanzi al Gup. Sono state 4 ore di discussioni, le Difese hanno sollevato corpose questioni giuridiche processuali inerenti l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che di talune attività espletate dalla Procura partenopea, dal 2018 in poi, oltre il termine consentito dalla nuova Riforma Cartabia per l’esercizio dell’azione penale nelle indagini preliminari in caso di richiesta di proroga, come anche già stabilito dal GIP per talune intercettazioni ed attività svolte oltre il termine consentito dalla legge in sede di richiesta di proroga delle indagini da parte della Direzione Distrettuale Antimafia.

Altresì è stata palesata la totale mancanza di qualsivoglia forma di metodo mafioso e/o di appartenenza soprattutto all’imponente clan Contini della Santa Alleanza di Secondigliano, nelle attività poste in essere dagli stessi ipotizzati dalla DDA (riciclaggio in primis), ma, soprattutto, nell’agguato punitivo, “organizzato” dal clan secondo la Procura, nei confronti di Cassese Salvatore, ultima fase di questo filone d’indagine. Si ritornerà in aula domani 17 luglio per le discussioni degli Imputati Illiano, Tecchia ed altri.

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Il ritorno in Udienza

Si ritorna in Udienza il prossimo 15 luglio, dinanzi al Gup Dott. Marrone.
Il Processo è stato calendarizzato in varie fasce ed udienze attesa la rilevanza dell’inchiesta, degli imputati (45) e delle imputazioni (200) ed infatti le prime due udienze si erano svolte in aula bunker. Altri filoni stanno avendo inizio, con gli altri arresti che si sono avuti, ivi compresi quelli del sindaco di Aprilia, per voto di scambio ed associazione mafiosa esterna, oltre ad altri 80 nuovi imputati. Una maxi indagine imponente, “una super camorra imprenditoriale innovativa”, come anche definita dal Procuratore Capo di Napoli Nicola Gratteri.

Oltre 144 indagati

Come si ricorderà, trattasi di uno dei filoni di altri dieci. 144 gli indagati, 1000 pagine di ordinanza cautelare, 200 capi di imputazione (attese le nuove contestazioni effettuate dalla DDA) e 45 ordinanze di misura cautelare personale e reale sino ad ora in questo filone, nell’inchiesta della Procura di Napoli, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, per un presunto giro di denaro sporco, secondo gli Inquirenti – proveniente dal clan Contini dell’Alleanza di Secondigliano – riciclato in imprese del tessuto economico campano e non solo.

Imprenditori compiacenti, prestanome, intermediari d’affari,

Nella lista esponenti del clan Contini, imprenditori compiacenti, prestanome, intermediari d’affari, per un giro vertiginoso di soldi che ha portato carabinieri e finanza ad operare anche una serie di sequestri per un totale di 8,4 milioni di euro. Otto anni di indagini, per questo filone (ve ne sono altri 10 di filoni, un vero impero) avvenute attraverso analisi di documenti fiscali, accertamenti fiscali, appostamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, testimonianze di parti offese e di Collaboratori di Giustizia, il cui castello accusatorio si completava via via con nuovi accertamenti, interrogatori e nuovi iscritti nel Registro Notizie di Reato.

I reati contestati dagli inquirenti sono a vario titolo: falsificazione e commercializzazione di orologi a marchio contraffatto, fittizia intestazione di beni, indebite compensazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego di ingenti capitali, emissione ed utilizzo di fatture false, dichiarazioni fraudolente mediante altri artifici, dichiarazione infedele, indebita compensazione, detenzione e traffico di armi da fuoco, estorsione aggravata, aggressione e tentato omicidio, tutte aggravate dal metodo mafioso per favorire la potente cosca del Clan Contini dell’Alleanza di Secondigliano (Mallardo e Licciardi).

Un vero e proprio gruppo imprenditoriale/criminale

Secondo gli investigatori, si era costituito “un vero e proprio gruppo imprenditoriale/criminale costituito da diverse società operanti sul territorio italiano ed estero create e/o acquistate” da Antonio Festa, suo figlio Gennaro Festa e Salvatore D’Amelio, il tutto grazie alla collaborazione di vari professionisti tra cui Michele Tecchia il tutto attraverso “l’imposizione fittizia e fiduciaria di numerosi prestanome”.

Tenore di vita altissimo, investimenti in molteplici settori economici, eppure i componenti del Gruppo Festa risultavano secondo gli inquirenti “essere privi di una solida base economica”. L’ipotesi è che i componenti del gruppo fossero riusciti a “creare una fitta rete di società intestate a prestanome, nelle quali confluivano i proventi delle varie condotte illecite, dalla contraffazione alle frodi fiscali, e conseguenti attività di riciclaggio”.

Ultima fase di questa enorme vicenda criminale

Ultima fase di questa enorme vicenda criminale: detenzione e traffico di armi da fuoco e l’estorsione al fondamentale intermediario Salvatore Cassese, ex dell’arma dei carabinieri che secondo la Procura è stato destinatario di estorsioni da uomini del clan, minacciato, picchiato e accoltellato per un investimento andato male con i Festa ed e altri esponenti del clan, antecedentemente all’epoca covid, con intermediari cinesi. Una vera e propria esecuzione che doveva portare all’omicidio del summenzionato. Tra le varie attività, il gruppo secondo gli inquirenti avrebbe anche acquisito il 50% del capitale sociale di una clinica per autistici in provincia di Campobasso, reimpiegando nell’operazione quasi 3 milioni di euro di origine illecita.

Da in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), fortemente voluta dal Procuratore Gratteri.
Nel pool difensivo: Avv. Arturo Cola, Avv. Gaetano Manzi, Avv. Giovanni Cerino, Avv. Vincenzo Romano, Avv. Prof. Maiello, Avv. Claudio Davino, Avv. Massimo Viscusi, Avv. Domenico Vincenzo Ferraro, Avv. Gianluca Gambogi, Avv. ed altri.

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Redazione Internapoli
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