Una violenza inaudita. Scatenatasi contro chi la vita la salva. Questo in poche parole quanto avvenuto all’ospedale Pellegrini dopo che si era diffusa la notizia della morte di Ugo Russo, il 15enne dei Quartieri spagnoli, ucciso da un carabiniere nel corso di un tentativo di rapina andato a male avvenuto in via Generale Orsini, quartiere Santa Lucia. Quei momenti e la notte di terrore vissuta dal personale sanitario dell’ospedale della Pignasecca sono contenute nelle 133 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha portato all’arresto di nove persone (di cui due minori): tra essi anche zii e cugino di Russo, quel Giovanni Grasso detto Ivan che dopo, non contento, sarebbe andato a sparare contro la caserma dei carabinieri di via Morgantini insieme a Vincenzo Sammarco.
Come si legge nel provvedimento del gip «I facinorosi in preda all’ira, anziché rispettare l’operato di medici e infermieri, ingeneravano un vero clima di terrore e turbamento dell’ordine pubblico, esternando il loro dolore con veemenza, prepotenza e ostilità nei confronti del presidio ospedaliero e anche delle vetture di soccorso, quali evidenti
simboli dell’istituzione dello Stato». Un’indagine condotta con costanza e minuzia e che ha portato all’identificazione di tutti i componenti del commando: oltre a Grasso erano presenti suo padre Salvatore Grasso, sua madre Maria Pia Russo, Gennaro Mancini, Salvatore Mazzocchi (l’ultimo a costituirsi), Michele Incoronato, Lucia Palumbo e i due minori M.D.L. e G.D.F.P. Tra i più ‘attivi’ quella sera proprio Mazzocchi che minaccia il personale sanitario e le forze dell’ordine con frasi come questa:«Pure noi teniamo le pistole, pure noi teniamo le pistole, sta razza di scemi, sta razza di scemi!».