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Racket a Secondigliano, convalidati i fermi di Napoli e Gelsomino: disposto il carcere anche per Izzo

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Fermi convalidati per Giovanni Napoli e Luca Gelsomino ed emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per loro e per Pietro Izzo, il ras dei Licciardi al momento ancora irreperibile. Si è conclusa poco fa l’udienza di convalida del fermo per il tre colonnelli della Masseria Cardone indagati per estorsione aggravata dal metodo mafioso ad un imprenditore edile impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione in una palazzina del rione Gescal. Napoli e Gelsomino erano stati fermati dagli uomini della squadra mobile (dirigente Giovanni Leuci) e da quelli del commissariato di Secondigliano (guidato dal vice questore aggiunto Tommaso Pintauro). Il fermo è stato convalidato dal gip Leda Rossetti con i due ras difesi dall’avvocato Antonietta Genovino.
“Sei proprio scostumato lo sai? ma come, stai facendo i lavori nel Gescal e non ti sei nemmeno venuto a presentare? Non lo sai che è buona educazione chiedere il permesso quando si fanno i lavori?”. Si sarebbe presentato con queste parole il ras Pietro Izzo all’imprenditore edile impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione nella zona mentre prendeva un caffè al bar. Un tono conciliatorio, quasi affabile con Izzo che dice all’uomo:”Non ti preoccupare, prenditi il caffè, ci conosciamo da tanti anni io e te, poi ci vediamo”. Parole che in realtà nascondevano un chiaro intento intimidatorio secondo la Procura. Il giorno dopo infatti si presentavano al cantiere Giovanni Napoli e Luca Gelsomino, personaggi di spicco del clan Licciardi della Masseria Cardone, che utilizzavano nei confronti dell’imprenditore ben altro tono:”Niente di meno stai facendo i cantieri nel Gescal e nella Masseria, ti stai intascando 40mila e 70mila euro e da noi non sei proprio venuto, non ti sei comportato bene. Comunque ci devi fare un regalo perché io da poco sono uscito di galera e stiamo senza soldi. Ci devi dare 5mila euro per i lavori che stai facendo nel Gescal”. Frasi riportate dallo stesso imprenditore in sede di denuncia.

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