Era accusato di tentato omicidio, danneggiamento, detenzione di porto abusivo di una mitraglietta e tentata estorsione. Carlo Avallone, il ‘boss fantasma’ di Pozzuoli è stato invece assolto in appello dai primi tre capi di imputazione. Per lui ‘soltanto’ la condanna a cinque anni e quattro mesi in appello per tentata estorsione. Un successo inaspettato visto che in primo grado per Avallone era arrivata la condanna a ben sedici anni di carcere. Processo svolto con rito ordinario. Decisive le argomentazioni difensive dei suoi legali (gli avvocati Claudio Davino e Diego Di Bonito) che sono riusciti a far assolvere il loro assistito da ben tre capi di imputazione con uno ‘sconto’ riguardo l’estorsione che, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, Avallone avrebbe tentato nei confronti di un ambulante al mercatino di Monterusciello. Per l’accusa Avallone avrebbe minacciato la vittima nel novembre del 2017 affinchè gli consegnasse l’incasso della sua attività.
Le accuse cadute per il ‘boss fantasma’ di Pozzuoli
E dire che il ‘boss fantasma’ era ritenuto colpevole di tentato omicidio (per l’agguato del 23 novembre 2017 in cui scampò miracolosamente alla morte Raffaele Grieco, rifugiatosi dietro una colonna: contro di lui esplosi numerosi colpi di arma da fuoco da un sicario in sella una motocicletta in via Umberto Saba), di danneggiamento (per i numerosi colpi di pistola sparati e il tentativo di incendio del 23 novembre 2017 contro il furgoncino dello stesso ambulante di caffè in via Pasolini) e infine di detenzione e porto abusivo di una mitraglietta e di numerose munizioni da guerra.
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