11.8 C
Napoli
mercoledì, Aprile 24, 2024
PUBBLICITÀ

San Gregorio Armeno in ginocchio per il Covid, Ferrigno: «È un’agonìa arrivano offerte dai cinesi»

PUBBLICITÀ

L’emergenza Covid che ha colpito il nostro paese negli ultimi 8 mesi ha messo in ginocchio numerose categorie di artigiani. Tra i più colpiti i maestri pastorai napoletani che, grazie al loro lavoro, hanno fatto diventare San Gregorio Armeno un icona in tutto il mondo. Intervistato da Il Mattino, Marco Ferrigno, uno dei più noti manifattori della via del presepe, si è detto amareggiato per quanto sta accadendo: «San Gregorio Armeno si trova oggi in uno stato di lentissima agonia, anzi è quasi già morta. Un deserto come quello di ieri qui a novembre non si era mai visto»

San Gregorio Armeno in ginocchio per il Covid, Ferrigno: «È un agonia, arrivano offerte dai cinesi»

L’ultimo giorno di zona gialla, racconta Ferrigno, è stato surreale: «Ieri mattina a San Gregorio c’erano i nostalgici. I napoletani, come in Natale in Casa Cupiello di Eduardo De Filippo. Hanno comprato sughero e pastori per fare il presepe a casa durante il lockdown. San Gregorio non è mai stata tanto deserta come in questo periodo. Siamo esclusi dai ristori e del tutto abbandonati dalle istituzioni. […] Proveremo a vendere le statuine e i pezzi del presepe attraverso il sito, e come me faranno anche altri artigiani».

PUBBLICITÀ

Tante botteghe di San Gregorio Armeno sono in serie difficoltà al punto che alcuni sono stati contattati da imprenditori cinesi: «Nelle ultime settimane tanti artigiani di San Gregorio in difficoltà sono stati contattati da cinesi che vogliono rilevarne l’attività. Spero che non accadrà, ma credo che sia possibile che qualcuno venda. Sono arrivate già cinque o sei offerte. Sarebbe comprensibile, del resto: chi non ha soldi e si vede arrivare un’offerta di 50mila euro in contanti potrebbe cedere, anche se la strada perderà la sua peculiarità natalizia. Allo Stato non sarebbe costato tanto stanziare 20mila euro per ogni bottega. Migliaia di bar rientrano nella legge ristori, noi invece siamo completamente rovinati».

Tra il 14 novembre del 2019 e il 14 novembre del 2020 il fatturato è calato del 90%: «Abbiamo fatturato il 90% in meno. Praticamente si fa prima a dire che per noi il 2020 non è mai esistito».

Sugli aiuti da parte dello Stato: «In totale 3200 euro, ma una bottega paga 1300 euro al mese d’affitto. La corrente costa circa 400 euro al mese».

PER RESTARE SEMPRE INFORMATO SULL’EMERGENZA CORONAVIRUS, VAI SU INTERNAPOLI.IT O VISITA LA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Sistema Caivano, stangata per i Sautto-Ciccarelli: quattro secoli di carcere

Oltre quattro secoli di carcere. Questa la decisione presa quest'oggi dal gip del tribunale di Napoli Valentina Giovanniello in...

Nella stessa categoria