Alfonso Cesarano, 60 anni, esponente della famiglia titolare dell’ omonima impresa di pompe funebri, è stato arrestato dai Carabinieri con le accuse di intestazione fittizia di imprese, illecita concorrenza, violazione di sigilli e tentata violenza privata. L’ impresa Cesarano – che opera a Marano, Castellammare di Stabia ed in altri Comuni del Napoletano – aveva noleggiato l’ elicottero che dal cielo di Roma lanciò petali rossi ai funerali del boss Vittorio Casamonica nell’ agosto 2015. I reati – secondo la Procura di Napoli – sarebbero stati commessi grazie al clima di intimidazione ed omertà instaurato dal clan Polverino, con l’ obbiettivo di agevolare l’ organizzazione criminale. Il 17 Maggio 2019 la Procura dispose il sequestro delle imprese della famiglia Cesarano. Ma le misure adottate si sarebbero rivelate insufficienti ad interrompere le attività illecite che invece sarebbero continuate sotto la direzione e la regia di Alfonso Cesarano.
I Carabinieri della Compagnia di Marano di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di Alfonso Cesarano, nato a Castellammare di Stabia il 12.11.60, gravemente indiziato per i reati di intestazione fittizia di imprese, illecita concorrenza, violazione di sigilli e tentata violenza privata, commessi avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. derivanti dal sistema di monopolio imposto negli anni sul territorio, avvalendosi del clima di intimidazione e di omertà imposto dal clan camorristico Polverino ed al fine di agevolare la medesima organizzazione camorristica.
L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Alfonso Cesarano è stata richiesta dal Pubblico Ministero per le attività di reiterazione dei delitti già contestati, allorquando, il 17 maggio scorso, furono eseguiti i provvedimenti di sequestro delle imprese di pompe funebri operanti nei Comuni di Marano di Napoli, Quarto, Pozzuoli e Calvizzano facenti capo alla famiglia Cesarano, che avevano imposto una sorta di monopolio nel relativo settore di attività, avvalendosi del rapporto privilegiato con il clan Polverino, impedendo di fatto a altre imprese di operare liberamente.
Risultava, in particolare, l’utilizzo fittizio a tali scopi di imprese apparentemente diverse da quelle del gruppo Cesarano che erano state progressivamente oggetto di provvedimenti di interdizione antimafia e conseguenti decadenze dalle relative autorizzazioni comunali.
Come evidenziato dal Gip, nell’accogliere la prospettazione del Pubblico Ministero, le misure cautelari reali adottate si sono rivelate del tutto insufficienti ad interrompere le attività illecite che, invece, sono continuate sotto la direzione e la regia di Cesarano Alfonso, ostacolando con violenze e gravi minacce le attività dei concorrenti, violando reiteratamente i sigilli, sottraendo all’amministrazione delle imprese in sequestro la disponibilità di autovetture e carri funebri, messi così a disposizione di altre imprese funebri compiacenti.
Da ciò la necessità del provvedimento cautelare oggi eseguito.