“Amaral Pacheco De Oliveira Antonio non riveste e non ha mai rivestito la qualità di collaboratore della giustizia“. Queste le parole del procuratore di Napoli Nicola Gratteri a seguito di una notizia pubblicata ieri da alcuni organi di stampa riguardante il rapimento dello scorso 8 aprile avvenuto a San Giorgio a Cremano ai danni di un 15enne.
Il rapimento a San Giorgio a Cremano
Lo scorso 8 aprile un giovane di 15 anni venne rapito mentre si recava a scuola. Alcune persone gli misero un cappuccio in testa prima di rinchiuderlo in un furgone. Subito dopo il rapimento arrivò una richiesta di riscatto da un milione e mezzo di euro alla famiglia del ragazzo. Il 15enne, tenuto in ostaggio per otto ore in un appartamento del quartiere di Barra a Napoli, fortunatamente non subì maltrattamenti.
Fu deciso poi un luogo di rilascio del ragazzo dove sarebbe avvenuto lo scambio con il denaro. Sul posto, però, insieme ai familiari del 15enne si presentò anche la polizia determinando la fine del rapimento.
“Non ha collaborato con la giustizia”
Negli articoli pubblicati recentemente vengono menzionate le dichiarazioni del 24enne Antonio Amaral Pacheco De Oliveira, arrestato subito dopo il rilascio del ragazzino, secondo il quale anche la Festa dei Gigli che si organizza nel quartiere sarebbe utilizzata dai clan per “fare cassa“. Dichiarazioni agli inquirenti però non inquadrate – come sottolinea il capo dell’ufficio inquirente partenopeo – in un percorso di collaborazione con la Giustizia di Antonio Amaral Pacheco De Oliveira.
