Quasi sempre al di sotto dei 40 anni, con figli e disoccupate. È questo l’identikit delle donne che negli ultimi 15 mesi hanno chiesto aiuto ai centri antiviolenza del Comune di Napoli, ben 700. Nell’85% dei casi sono vittime dei loro compagni, che le vogliono sottomesse, considerandole “cosa loro”. Corteo con 3mila persone oggi a Napoli per l’8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna. La manifestazione è stata organizzata da “Non una di meno” e si è dipanata per le strade del centro storico, da piazza del Gesù a piazza Dante. “Non è una festa – hanno detto le manifestanti – ma una lotta contro la violenza”.
“Dall’analisi delle chiamate ai Centri antiviolenza – ha spiegato l’assessore alle Pari Opportunità Emanuela Ferrante durante la presentazione del Marzo Donna 2023 – emerge che sono tantissime le donne che non hanno un’indipendenza economica e che quindi hanno bisogno che le istituzioni le sostengano e offrano loro le opportunità per emanciparsi“.
“I dati dei Centri antiviolenza di Napoli – ha affermato Rosa Di Matteo, coordinatrice dei Centri antiviolenza del Comune di Napoli – ci dicono inoltre che il 64 per cento delle donne che hanno chiesto aiuto sono disoccupate, che il picco è costituito da donne di poco meno di 40 anni e che pertanto, nella quasi totalità dei casi, sono donne che hanno famiglie e infatti sono 860 i figli coinvolti di cui il’62 per cento sono minori. La violenza contro le donne si manifesta nell’85 per cento dei casi da parte del partner e nel 95 per cento dei casi sotto forma di violenza psicologica. Questi numeri testimoniano che il problema non è privato, ma che è una questione di politiche sociali, è un tema politico. La violenza domestica è la manifestazione del cortocircuito di una società organizzata sul privilegio maschile“.