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domenica, Aprile 28, 2024
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“Siamo i compagni di Giugliano, ci devi dare la casa e darci 30mila euro”. Le minacce del clan Mallardo all’inquilino

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Compariranno nelle prossime ore davanti al Gip per l’interrogatorio i 4 presunti esponenti del clan Mallardo fermati dai carabinieri per tentata estorsione. Si tratta di Pietro Tortorelli, Emanuele Piscopo, Vincenzo Fabio Poziello e Francesco Sarracino Gli indagati (difesi dagli avvocati Marco Sepe, Celestino Gentile, Luigi Poziello e Alessandro Caserta) dovranno rispondere alle domande del giudice.

Dalle indagini è emerso che i quattro, insieme ad altri soggetti ancora da identificare, avrebbero minacciato un uomo, inquilino di uno stabile, affinché lasciasse l’abitazione. Era stato il proprietario a chiedere l’aiuto della camorra affinché il locatario pagasse il dovuto, più altre somme a titolo di indennizzo. La vittima ha però denunciato tutto ai carabinieri che hanno fatto partire le indagini e sottoposto a fermo i primi 4 indagati: Pietro Tortorelli, 32 anni, Emanuele Piscopo, 37 anni, Vincenzo Fabio Poziello, 34 anni, Francesco Sarracino, 46 anni.

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La vicenda fa riferimento al periodo che va da gennaio 2023 a gennaio 2024.

Le minacce si sono protatte nel tempo, anche ad inizio di quest’anno quando alcune perso ne si presentarono presso l’abitazione della vittima qualificandosi come “i compagni di Giugliano”, precisando di aver già mandato” “i nostri paesani cinque sei mesi fa”, e gli intimavano di lasciare la casa entro 15 giorni, aggiungendo che la casa avrebbe dovuto essere occupata dal Poziello (“Va bene comunque la casa me la devi dare a me… allora non hai capito che me ne devo venire io qui dentro?”), nonché gli intimavano di consegnare loro la somma di denaro di 100mila euro poi ridotta a 30mila euro. Una prima metà dei soldi era destinata al proprietario dell’appartamento; gli altri 15mila euro, invece, dovevano essere versati nelle casse del clan “per il disturbo”.

La vittima doveva sborsare 30mila euro e lasciare l’appartamento entro 15 giorni. Alla richiesta della vittima di avere più tempo per racimolare soldi, uno degli indagati lo avrebbe colpito alla gamba destra con un calcio. Infine le velate minacce di morte: se entro il 5 febbraio l’uomo non avesse liberato l’abitazione, i quattro sarebbero “ritornati con altre intenzioni”.Fondamentale è stata la denuncia della vittima

LA DENUNCIA DELLA VITTIMA

“Quattro soggetti a bordo dì una Volkswagen si presentavano presso la mia abitazione,  suonavano il citofono e chiedevano di aprirgli la porta d’ingresso. Considerato che i quattro malfattori iniziavano ad innervosirsi e per paura che avrebbero scavalcato la recinzione, aprivo il cancello e li facevo accomodare all’interno della mia abitazione. Io ed i quattro  soggetti ci accomodavamo a tavola, io occupavo il posto a capo tavola. Uno mi riferiva che lui aveva già mandato altre persone per nome e conto suo, continua dicendo che gli dovevo versare la somma dì euro 100.000,00 e me ne dovevo andare da casa. Io gli rispondevo che non disponevo di detta somma di denaro. Sempre lui continuava dicendomi che avrei comunque dovuto versare la somma di euro 30.00,00 (trentamila) 15.000,00 da consegnare al proprietario dell’abitazione  altre 15.000,00 dovevo consegnarle a loro personalmente per il disturbo avuto. Sempre lui continuava dicendomi che entro 15 giorni dalla data di oggi dovevo lasciare casa; io gli rispondevo che il tempo non era sufficiente per poter traslocare e gli chiedo almeno trenta giorni di tempo. Pietro innervositosi dalla mia risposta mi sferra un calcio sotto al tavolo, colpendo la mia gamba destra; contemporaneamente uno mi riferiva che l’abitazione in cui vivo doveva essere di sua proprietà, vale a dire che doveva trasferirsi lui a casa mia”.

Lui riprese il discorso dicendo testualmente: 15 giorni no, nemmeno 30 giorni come dici tu, facciamo che il 5 febbraio lasci casa e porti 30.000,00 euro. Prima di andare via riferiva che avevo tempo fino alle 24 del giorno 05.02.2024 altrimenti sarebbero ritornati con altre intenzioni. I quattro malfattori, si alzavano e prima di lasciare la mia abitazione l’uomo che ho descritto avere il filo di barba si prendeva il mazzo di chiavi della mia abitazione dove vi era anche il telecomando del cancello carraio. Ho cercato di fermare l’uomo ma un altro di loro, che descrivo con un jeans di colore scuro ed un bomber mi bloccava e testualmente mi.diceva: “oh! Fai il bravo”; detta frase veniva detta con tono minaccioso.  I quattro giovani abbandonavano casa portandosi con se le chiavi di casa ed il telecomando del cancello carraio, tanto che sono stato costretto a contattare un fabbro per cambiare la serratura e poterfare accesso a casa mia”. 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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