Era latitante dal 9 agosto ma nonostante sapesse di essere ricercato frequentava tranquillamente il suo quartiere e il circolo di giovani in via Eduardo Scarpetta a Ponticelli. Ad arrestarlo gli agenti dei commissariati Ponticelli e Barra San Giovanni. Il 27enne soprannominato “o’ cecato”, è cognato del ras emergente Antonio Nocerino detto “Brodino”, esponente del clan De Martino “Xx”. Umberto Dello Iacolo era ricercato per l’estorsione a un ristoratore di Volla (residente a Barra) e con lui altre 9 persone legati al clan De Martino.
Minacce per indurre vittime pizzo a ritirare denunce, 9 arresti tra i clan federati con i Mazzarella
Attraverso minacce e violenze hanno tentato di indurre le vittime del “pizzo” a ritirare le denunce gli estorsioni della camorra finiti sotto la lente di ingrandimento di Carabinieri e Polizia di Stato, a Napoli, dopo la denuncia presentata da un ristoratore. In arresto sono finite nove persone che, è emerso, si sono presentati dalle loro vittime con le “casacche” di diversi clan di camorra tutti federati con la famiglia malavitosa dei Mazzarella.
I reati contestati dalla DDA e dal Gip di Napoli sono, a vario titolo, tentata estorsione, intralcio alla giustizia, detenzione e porto di arma comune da sparo, “tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di aver agito per agevolare l’attività e gli scopi di associazioni camorristiche”.
Gli indagati sono: Alberto Cristian, Umberto dello Iacolo, Giuseppe de Martino, Salvatore De Martino, Salvatore de Micco, Gianluca di Paola, Germano Iavarone, Mario Noto, Giovanni Prisco, Gesualdo Sartori e Bartolo Zuccola.
IL PIZZO AL RISTORATORE
Al ristoratore, secondo quanto emerso dagli accertamenti, è stato imposto un “pizzo” di qualche migliaio di euro che poi nel tempo è anche lievitato. Ma lui, invece di pagare, da deciso di rivelare tutto alle forze dell’ordine.
Le indagini della Compagnia Carabinieri di Torre del Greco e del Nucleo Investigativo, della Tenenza di Cercola, della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Ponticelli sono iniziate dopo quella denuncia e hanno consentito di scoprire altri diversi analoghi episodi di estorsione – perpetrati da presunti appartenenti ai clan Aprea, De Micco-De Martino e Mazzarella – ai danni di altre vittime. Non solo. Gli investigatori sono riusciti anche a documentare i tentativi di costringere chi aveva denunciato il “pizzo” a fare marcia indietro, con minacce e violenze.