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giovedì, Aprile 25, 2024
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Strage delle Fontanelle, sorpresa al processo: i testimoni sconfessano i pentiti

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Una vera e propria sorpresa. Quella giunta questa mattina nel processo d’appello per la strage delle Fontanelle (la morte di Salvatore Vigna e Giuseppe Vastarella nell’aprile del 2016). Il processo è quello che vede imputati e condannati in primo grado Antonio Genidoni (indicato come il capo dei ‘Barbudos’), la moglie Vincenza Esposito, la madre Addolorata SpinaEmanuele Esposito e Alessandro D’Aniello. Durante la rinnovazione dibattimentale infatti hanno sfilato tre testimoni che hanno rilasciato dichiarazioni in netto contrasto con i verbali resi dai collaboratori di giustizia Rosario De Stefano e Daniele Pandolfi che avevano aiutato gli inquirenti a far luce sulla mattanza di via Fontanelle spiegando i retroscena dello scontro tra i Vastarella e gli Esposito-Genidoni. La richiesta di ascoltare nuovi testimoni era stata avanzata dal collegio difensivo (composto dagli avvocati Leopoldo PeroneAntonio BrigantiAntonio RizzoGennaro PecoraroAntonio Del Vecchio) che avevano chiesto la rinnovazione dell’ istruttoria dibattimentale (leggi qui l’articolo).

Sconfessati i pentito De Stefano e Pandolfi sulla strage delle Fontanelle

In pratica tutte le integrazioni probatorie richieste dalla difesa sono state ritenute assolutamente necessarie ai fini del giudizio: e così sul banco della Corte hanno sfilato una serie di testimoni che i giudici di primo grado non avevano ritenuto indispensabili. La prima a sfilare è stata Anna Bruno, moglie di Salvatore Vigna, una delle vittime. La donna era stata tirata in ballo dal pentito Pandolfi che aveva raccontato che la stessa gli aveva rivelato di aver riconosciuto ‘Soffietto’ (Emanuele Esposito) subito dopo il raid. Particolare che la donna ha negato con decisione. E’ stata poi la volta di Salvatore Aveta, cognato di Fabio Vastarella (rimasto ferito nel raid). Secondo De Stefano, Aveta gli avrebbe raccontato di aver visto i kille provenire dalla ‘discesa del Presepe’ e di aver indicato una donna come la filatrice del commando. Circostanza negata dall’uomo dinnanzi alla Corte. L’ultimo ad essere tirato in ballo, questa volta da Pandolfi, è stato Antonio Stella: secondo Pandolfi Stella gli avrebbe raccontato di essere stato presente nel circoletto nel momento dell’agguato e di aver riconosciuto i killer. Stella, invece, ha raccontato ai giudici che in quel momento era in strada a poca distanza dal circolo e che, udendo gli spari, ha cercato riparo correndo in direzione della sua abitazione. Tre testimoni che dunque hanno inferto un duro colpo al racconto fornito dai due collaboratori di giustizia.

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