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domenica, Maggio 12, 2024
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Strage di Erba, Rosa Bazzi e Olindo Romano scrivono al Tg1: «Siamo innocenti, sappiamo chi è stato»

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La strage di Erba (11 dicembre 2006), avvenuta nell’appartamento di Raffaella Castagna, vide l’omicidio da parte di Rosa Bazzi e Olindo Romano, della padrona di casa, del figlio Youssef Marzouk, della madre Paola Galli e infine della vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori, riuscì a salvarsi grazie ad una malformazione congenita alla carotide che gli evitò la morte per dissanguamento. Dopo i vari omicidi l’abitazione fu data alle fiamme. Oggi dopo 17 anni i condannati scrivono una lettera al Tg1.

La verità sulla strage di Erba secondo i condannati

Dopo il processo e l’assegnazione di una pena corrispondente ai fatti compiuti, i coniugi condannati: Olindo Romano e Rosa Bazzi, scrivono una lettera indirizzata al Tg1 dove difendono la loro innocenza, in seguito alla decisione della Corte d’appello di Brescia di raccogliere la loro istanza di revisione del processo scavalcando la disapprovazione di Beppe Castagna. La lettera è firmata da entrambi i condannati ma a redigerla e a guidare i pensieri, con qualche errore di grammatica, è Olindo.

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La lettera al Tg1 

“Caro direttore, innanzitutto, vorrei ringraziarla per l’attenzione e la cura che sta dedicando alla nostra vicenda. Sono ormai 17 anni che nessuno ascolta ciò che abbiamo da dire. Per i giornalisti siamo dei mostri, non importa poi, se per valorizzare queste definizioni, si sia dato spazio a bugie di ogni tipo per convincere l’opinione pubblica. L’ultima falsità è pervenuta qualche giorno fa. Si afferma, per assurdo, che sul quadro elettrico di casa Castagna siano rintracciabili le mie impronte digitali, si tratta di una circostanza che non regge perché non sostenuta dagli atti. Io e mia moglie siamo stati incastrati. Se la sono presa con persone che non avevano possibilità e conoscenze per difendersi. All’inizio con l’avvocato d’ufficio che stava quasi sempre zitto durante gli interrogatori non avevamo alcun beneficio. Hanno fatto veramente tutto questo per la droga?”

La conclusione: “Io e Rosa siamo innocenti”

“Avrei ancora tanto da dirle signor direttore, ma, intanto la ringrazio per l’attenzione e le chiedo un’unica cosa. Le chiedo di dichiarare che io e mia moglie siamo innocenti. Ancora confidiamo nella giustizia, non passa giorno in cui non rivolgiamo il nostro pensiero a tutte le povere vittime di quella strage, ancora oggi, senza colpevoli“.

 

 

 

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