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giovedì, Aprile 25, 2024
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Svapoweb per il sociale: la donazione all’Ospedale di Benevento

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Nel cuore del dramma sanitario provocato dalla diffusione del coronavirus, anche il marchio Svapoweb si è dato da fare per giungere in soccorso delle persone e delle istituzioni alle prese con questa situazione di emergenza: merito di una donazione molto consistente a livello economico che è stata decisa direttamente dal fondatore e presidente del brand, l’imprenditore Arcangelo Bove, che ha finanziato l’intera somma necessaria per comprare un respiratore destinato a un ospedale campano, il San Pio di Benevento. Svapoweb è, grazie al sito www.svapoweb.it, una realtà leader nel comparto delle sigarette elettroniche: con questa donazione ha messo in evidenza come le finalità economiche imprenditoriali si possano sposare con quelle benefiche.

L’acquisto finanziato da Svapoweb

Il dispositivo che è stato possibile comprare grazie alla donazione di Svapoweb è un ventilatore polmonare del tipo Carat II pro, per un corrispettivo economico che si aggira intorno ai 12mila euro. Il nosocomio sannita, così, ha potuto beneficiare di un nuovo apparecchio per il reparto della terapia intensiva, mentre Bove si è dimostrato ancora una volta un imprenditore sensibile e attento al sociale. Insomma, la creazione di posti di lavoro e di ricchezza non deve fare dimenticare che si fa parte di una società che merita di essere aiutata. A fronte di una situazione di enorme criticità registrata in tutto il comparto sanitario, Bove si è detto disponibile a comprare un ventilatore polmonare si propria iniziativa.

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Le donazioni di Svapoweb

A ben guardare, non è questa la prima iniziativa che Svapoweb ha adottato da quando il nostro Paese è entrato nel dramma del coronavirus. Per esempio, visto il momento di alto rischio, diversi esercizi sono stati tenuti chiusi, in modo che il personale non potesse essere esposto a rischi di alcun genere: vale la pena di rinunciare a qualche incasso pur di non mettere a repentaglio la salute delle persone. E non è tutto, perché Bove ha acconsentito anche a promuovere lo smart working tra i dipendenti del marchio, riconoscendo comunque un premio a chi si è fisicamente recato sul posto di lavoro. Oltre alla donazione del ventilatore polmonare, poi, Svapoweb ha fornito – sempre a titolo gratuito – grandi quantità di gel igienizzante alle forze dell’ordine locali, a un presidio del 118 e a un ente locale comunale. Gel igienizzante che, per altro, si trova in vendita anche nel negozio online.

La storia di Svapoweb

La storia di Svapoweb è iniziata nel 2012: nel giro di pochissimi anni il brand è diventato un importante punto di riferimento, in Italia ma non solo, nel settore delle sigarette elettroniche. Basti pensare, per esempio, che Arcangelo Bove nella primavera del 2017 è stato ospite in Cina per vedersi assegnare un premio di prestigio in qualità di miglior partner internazionale di Kangertech, una delle aziende più importanti del comparto. Un paio di anni più tardi, invece, ha preso il via il progetto di franchising, che ha visto il coinvolgimento di un alto numero di commercianti che erano già attivi in questo ambito e, al tempo stesso, ha attirato nuovi imprenditori intenzionati ad aggregarsi.

Gli store Svapoweb

Oggi sono più di 100 in tutta Italia i negozi Svapoweb, distribuiti da nord a sud in ogni angolo del Paese. Da qualche mese sono nati, poi, i prodotti a marchio Svapoweb, che non hanno avuto bisogno di troppo tempo per riuscire a farsi conoscere e apprezzare dalla platea sempre esigente degli svapatori. Un successo che è stato reso possibile sia dalla rete di vendita, che comprende i tanti franchisee e ovviamente il sito, ma in modo particolare dalla qualità dei prodotti stessi, frutto di una composizione a base di ingredienti selezionati. Se a questo mix si aggiunge il dettaglio non certo secondario di prezzi molto vantaggiosi, è facile capire per quali motivi i prodotti Svapoweb siano così venduti. Tra gli articoli più richiesti del marchio ci sono, in particolare, le basette nicotinate, gli aromi macerati, gli aromi scomposti, il glicerolo e il glicole.

Cronaca di un marchio di successo

Ecco, quindi, che nel giro di pochi anni Svapoweb ha avuto la bravura di tagliare traguardi che sarebbero stati impossibili anche solo da pensare all’inizio del decennio scorso. Oggi il marchio si propone come il distributore di articoli per lo svapo più grande di tutta Europa. Ne è passato di tempo da quel lontano mese di settembre del 2012, quando l’azienda Svapoweb vide la luce su iniziativa di quello che ai tempi era un semplice studente universitario iscritto a giurisprudenza. Da allora quel giovane, Arcangelo Bove, si è trasformato in uno degli imprenditori di riferimento nel settore dello svapo.

L’evoluzione del fumo elettronico

Quando Bove ha deciso di registrare il marchio di Svapoweb, il successo delle sigarette elettroniche era ancora di là da venire, un miraggio o un semplice sogno: di certo a quei tempi le e-cig rappresentavano una novità assoluta, ed erano poche e frammentarie le notizie che si potevano trovare in Rete a tal proposito. Ecco spiegato il motivo per il quale Bove ebbe l’intuizione di dare vita a un negozio online. Sin dal suo debutto, però, Svapoweb è stata in grado di affermarsi sul territorio nazionale come leader in questo ambito. A partire dal 2013 la sigaretta elettronica, che allora veniva definita ancora vaporizzatore personale, ha iniziato a farsi conoscere e a destare interesse soprattutto tra chi aveva il desiderio di smettere di fumare ma non voleva fare a meno del piacere della ritualità e della gestualità peculiari della sigaretta classica.

Via dall’Italia e ritorno

Come in tutte le storie di successo, anche in quella di Svapoweb ci sono stati dei momenti di difficoltà: per esempio quando, nel 2013, l’applicazione di una tassazione molto aggressiva per gli articoli di svapo ha costretto Bove a spostare l’azienda in Slovenia per continuare a farla sopravvivere. Poi da lì è stato un crescendo: il numero di dipendenti è aumentato, è stato acquisito il marchio Gioark, che poi è stato ceduto, e infine si è tornati in Italia. Dove adesso si prova a dare una mano a chi sta peggio.

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