venerdì, Agosto 15, 2025
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“Tassa sui morti” da 360 euro a Napoli: esplode la protesta

Una tassa da 360 euro complessivi, che di fatto introduce una “tassa sui morti”. Si tratta di una misura introdotta da una delibera del Comune di Napoli (n. 243 del 29 maggio 2025) – che impone 120 euro per l’uscita della salma e 240 per il successivo rientro nell’urna funeraria -. Tuttavia la rabbia e la preoccupazione di famiglie, cittadini e operatori del settore funebre non si è fatta attendere.

Napoli è una splendida città per i vivi, non per i morti“, dichiarano indignati in una nota congiunta i concessionari di templi di cremazione dei comuni di Domicella (in provincia di Avellino), Castel Volturno (in provincia di Caserta), Montecorvino e Cava de Tirreni (in provincia di Salerno). “Non si risana il bilancio sulle spalle dei morti e sul dolore dei vivi“, proseguono, esprimendo “profonda preoccupazione in merito alla recente delibera della giunta del Comune di Napoli“.

I concessionari di templi di cremazione: “Siamo di fronte a una decisione miope e ingiustificata

Siamo di fronte – dichiarano i concessionari – a una decisione miope e ingiustificata, che penalizza le famiglie in un momento di estrema fragilità e mina i principi etici e di libertà che dovrebbero orientare la gestione dei servizi cimiteriali. È inaccettabile che una scelta così intima venga gravata da un onere aggiuntivo, solo perché non si utilizza l’unico impianto crematorio di Napoli. Questa ‘tassa sui morti’ va contro la libertà e il rispetto delle volontà individuali e familiari, snaturando il significato stesso della cremazione come opzione etica“.

Con queste parole i concessionari attaccano il Comune partenopeo, accusandolo di voler forzare l’uso dell’unico impianto funebre presente in città – operativo dal 2019. Una misura del genere rischia infatti – sostengono gli operatori funebri – di ostacolare la libera scelta dei cittadini, aggiungendo un peso economico che grava sulle loro spalle, oltre che di ledere i principi etici che dovrebbero ispirare la gestione dei servizi funebri e cimiteriali. “L’imposizione di un costo per il trasporto delle salme e delle urne cinerarie tra Comuni diversi rappresenta una palese violazione della libertà di movimento delle persone. È inaccettabile che una scelta così intima venga gravata da un onere aggiuntivo, solo perché non si utilizza l’unico impianto crematorio di Napoli“, spiegano i concessionari.

Un ulteriore rischio della nuova tassa

Ma non è tutto. Un ulteriore rischio della nuova tassa – che già si inizia ad intravedere, secondo i concessionari – sarà un prevedibile sovraffollamento al cimitero di Poggioreale.  “Se cremare fuori Napoli diventa economicamente svantaggioso, è logico aspettarsi code per l’accesso, bare ammassate e disagi. Questo creerà un sovraffollamento della struttura cimiteriale con gravi rischi igienico-sanitari e una gestione problematica degli spazi“, temono i concessionari.

Nel mirino il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “La morte merita rispetto, non balzelli

L’attacco è indirizzato principalmente al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, al quale è stato rivolto un appello pubblico: “Napoli sta vivendo una rinascita sotto diversi aspetti: sociale, artistico, urbanistico. È questo il modello di città che vogliamo per i defunti? Una Napoli che tassa il dolore, mortifica la libertà e svende la dignità del commiato? Invitiamo il sindaco Gaetano Manfredi a ritirare il provvedimento: la morte merita rispetto, non balzelli“.