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giovedì, Marzo 28, 2024
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«Tu respiri l’aria mia, questa è la mia zona», le minacce dei Cesarano ai commercianti di Secondigliano

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«Tu respiri l’aria mia, sei nella zona mia». Era questa una delle tante minacce dei Cesarano agli esercenti di Secondigliano, di quella parte di quartiere che, secondo loro, ricadeva sotto la propria ‘giurisdizione criminale’. E’ questo uno dei tanti passaggi contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di cinque soggetti ritenuti contigui al gruppo di stanza nel rione Kennedy. Oltre a loro c’è anche Andrea Cesarano, figlio del boss Giovanni, irreperibile al momento delle manette poi costituitosi due giorni dopo presso il commissariato di zona. Tra le persone colpite da ordinanze di custodia cautelare figurano anche Chiara Cesarano, Domenico Quindici e Salvatore Sibilio, cognato proprio di Cesarano. Due fermi hanno invece interessato Enrico D’Ecclesiis e Carlo Giordano. Tutti assicurati alla giustizia grazie all’intervento degli uomini della squadra mobile e del commissariato di Secondigliano. I due Cesarano si sono avvalsi dinnanzi al gip della facoltà di non rispondere.

A venire bersagliati i commercianti della zona con un episodio in particolare che rivela la volontà del gruppo di fare man bassa con estorsioni ed intimidazioni. E’ Pasqua quando il giovane Cesarano si reca presso un negozio della zona notando che in un locale affianco sono in corso dei lavori per l’apertura di un nuovo esercizio commerciale. Uno degli esercenti rivela a Cesarano che sta per aprirsi l’attività di un suo parente e così Cesarano junior con tono minaccioso gli dice:«Tu sai che questa è zona mia, che qui comando io, tu respiri l’aria mia e non mi vieni a chiedere permesso se puoi aprire un negozio?Cosa dovrei fare adesso? Dovrei spaccarti la testa?». Minacce neanche poi tante velate che costrinsero l’esercente a cedere alla richieste di pizzo e a consegnare 200 euro. Come rivelato da una delle vittime però le richieste non finirono lì:«Il giorno dopo si era presentato nuovamente Cesarano che aveva detto di aver litigato con la sorella perchè mi aveva riservato un trattamento di favore chiedendomi solo 200 euro e che, per trattare tutti i commercianti allo stesso modo, avrei dovuto dare altri 200 euro».

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