Una sala torture ubicata nella sua abitazione a Calata Capodichino da utilizzare contro chi non pagava le quote. E’ questo il retroscena su Ciro Contini svelato dal collaboratore di giustizia Bruno Esposito che ha raccontato che sarebbe dovuto finire lì anch’egli. Il motivo? Un sequestro di un borsone pieno di armi che, secondo Contini, sarebbe stato causato dalla ‘spiata’ del fratello dello stesso Esposito che fu così convocato a casa di Contini. Il ras, ha ricordato Esposito, lo invitò presso la sua abitazione e dopo avergli puntato un coltello alla gola gli intimò di seguirlo nella famosa ‘stanza”. Esposito, tuttavia, riuscì a fuggire e a rifugiarsi nel commissariato di San Carlo Arena dove, dietro la promessa di protezione, cominciò a raccontare dei suoi rapporti con Contini e, soprattutto, delle attività criminali della ‘paranza’.
Una sala torture a Capodichino per chi non pagava, il pentito parla di Ciro Contini
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