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venerdì, Aprile 19, 2024
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Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia: un nuovo studio calcolerà la probabilità di eruzione

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Per la prima volta si potrà calcolare la probabilità di eruzione dei tre vulcani partenopei, ossia il Vesuvio, il Supervulcano dei Campi Flegrei e quello di Ischia. Tutto ciò tramite un nuovo sistema di statistica che, studiando l’alternanza dei periodi di alta e bassa attività eruttiva, permetterà di confrontare sistemi vulcanici anche molto diversi tra loro, migliorando la comprensione del loro comportamento.

È questo il risultato dello studio “A simple prwo-state model interprets temporal modulations in eruptive activity and enhances multivolcano hazard quantification”. Lo studio, realizzato da un team internazionale di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e del British Geological Survey (Bgs) di Edimburgo (Uk) e appena pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances, ha analizzato i tre vulcani attivi dell’area napoletana: il Vesuvio, i Campi Flegrei e l’isola di Ischia.

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VESUVIO, CAMPI FLEGREI E ISCHIA: IL COMMENTO DALL’INGV

“Studiando i dati geologici e le cronache storiche di questi tre vulcani, così sensibilmente diversi tra loro, siamo riusciti a mettere a punto un modello statistico basato sull’analisi delle fasi di alta e di bassa attività eruttiva – ha spiegato Jacopo Selva, ricercatore dell’Ingv e primo autore dell’articolo -. Il nostro modello si fonda to su soli tre parametri: la frequenza eruttiva annuale dei vulcani nei loro periodi di bassa attività, la stessa frequenza eruttiva annuale registrata nei periodi di alta attività, e il cosiddetto “tempo di intervento soglia”, ossia l’intervallo temporale senza eruzioni trascorso il quale è possibile sancire il passaggio del vulcano da una fase di alta a una fase di bassa attività eruttiva”.

I risultati dello studio realizzato applicando questo nuovo modello hanno evidenziato come le dinamiche di avvio e termine delle fasi di alta attività eruttiva siano significativamente diverse tra il Vesuvio, i Campi Flegrei e Ischia, ciascuna legata ai processi vulcanici specifici che dominano i singoli vulcani.

“STUDIO IMPORTANTE PER COMPRENDERE LA NATURA DEI TRE VULCANI”

Alle parole di Jacopo Selva fanno seguito quelle di Roberto Sulprizio, dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”: “Studiando la storia eruttiva dei vulcani napoletani, che sono molto diversi tra loro, con il nostro modello abbiamo descritto in maniera omogenea le caratteristiche dei due differenti stati di attività per ciascuno di essi e la tempistica nella quale si registra nuovamente l’equilibrio del sistema vulcanico dopo una fase di alta attività eruttiva”.

COSA DISTINGUE I TRE VULCANI

La ricerca ha affrontato le diverse tipologie di vulcanismo dei vulcani napoletani, quella del Vesuvio, uno stratovulcano a condotto aperto/chiuso, quella dei Campi Flegrei, una vasta caldera vulcanica formatasi a seguito di almeno tre enormi eruzioni, e quella di Ischia, un edificio vulcanico che si è elevato di oltre 1000 metri dal fondo del mare in seguito a un processo chiamato “risorgenza vulcanica”. Tutti e tre i vulcani insistono sul territorio dell’area metropolitana di Napoli, densamente popolato. Pertanto, lo studio appena pubblicato contribuisce a migliorare la comprensione scientifica e, conseguentemente, la previsione probabilistica dell’attività eruttiva dei vulcani, attività fondamentali per mitigare i rischi per le popolazioni residenti nelle aree vulcaniche e per le infrastrutture.

 

 

 

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