Momenti di forte tensione ieri sera nel carcere di Regina Coeli a Roma. Nell’ottava sezione, dove si trova un centinaio di detenuti, sono state “fatte esplodere delle bombolette dei fornelli da campeggio in uso per cucinare e sono stati vandalizzati alcuni ambienti”. A fatica gli agenti di polizia penitenziaria con il supporto di alcune unità del Gruppo Operativo Mobile sono riusciti a far tornare la situazione alla normalità.
La denuncia del SARAP
Una situazione preoccupante nelle carceri italiane e in particolare a Roma Regina Coeli, Questa la descrizione del SARAP, ovvero il Sindacato autonomo ruolo agenti penitenziaria. Scoppia la rivolta nel carcere. Detenuti barricati per futili motivi.
Sul posto, ad affiancare gli uomini della Polizia Penitenziaria, sono intervenuti i cugini della Polizia di Stato all’esterno, mentre per la messa in sicurezza all’interno dell’istituto ha provveduto come sempre egregiamente, tutto il personale di Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Roma Regina Coeli, supportato anche da altri reparti di istituti penitenziari vicini.Si tratterebbe dell’ennesima protesta che sta interessando gli istituti penitenziari sul territorio Nazionale.
Questo porta al Segretario Generale S.A.R.A.P. Roberto MATTAROCCHIA, a fare un’attenta riflessione sulla sicurezza delle carceri Italiane, ritenendo che oggi, non è delle migliori.
Infatti oggi la carenza di personale non è più un problema annunciato, ma una situazione endemica, un grave problema che né la politica né il parlamento vuole occuparsene portando la Polizia Penitenziaria a lavorare solo ed esclusivamente in deroga a qualsiasi norma pattuita..
Il Segretario Generale Roberto MATTAROCCHIA
“Non ci sarebbero stati scontri fisici. Un agente sarebbe stato colpito da un leggero malore, probabilmente per l’inalazione di fumi sprigionati dagli incendi appiccati dai detenuti, mentre non ci sarebbero feriti o contusi. Ingenti i danni all’ottava sezione” ha dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
“Non si può continuare così” ha proseguito De Fazio. Ed ha spiegato che servono interventi urgenti da parte del “Governo per deflazionare la densità detentiva, potenziare la Polizia penitenziaria, garantire l’assistenza sanitaria e psichiatrica, nonché per reingegnerizzare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e riorganizzare il Corpo di polizia penitenziaria”.
La situazione del carcere romano, ricorda ancora il segretario della Uilpa, è drammatica. “Con 1.170 detenuti a fronte di 626 posti disponibili e il 184% di surplus di detenuti, Regina Coeli è uno dei penitenziari più sovraffollati del Paese a cui fa da contraltare una voragine negli organici del Corpo di polizia penitenziaria con 350 agenti in servizio quando ne servirebbero 709. A questo si aggiungano strutture fatiscenti, dotazioni inadeguate, carenze nell’assistenza sanitaria e
psichiatrica e approssimazione organizzativa”.
Ma il problema degli organici investe molti istituti in tutto il paese: “18mila sono le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. A pagarne le spese ristretti e operatori con questi ultimi esposti ad aggressioni continue (oltre 2.700 nell’anno)” conclude De Fazio.
Garante dei Detenuti di Roma, affrontare la questione in maniera più seria
“Questo è indice di una situazione al limite – sottolinea Valentina Calderone Garante dei detenuti di Roma – Questo istituto è quasi al doppio della sua capienza. Ancora non si conoscono i motivi della rivolta ma bisogna prendere atto della situazione e affrontare la questione in maniera molto più seria di quanto sia stato fatto fino ad ora”.
Disordini non solo a Regina Coeli
Negli ultimi mesi si sono registrate diverse rivolte all’interno degli istituti penitenziari italiani. Ricordiamo quella del carcere minorile Beccaria di Milano dove è stato dato fuoco a dei materassi e si sono registrati diversi feriti. A Cuneo dove alcuni detenuti hanno lanciato olio bollente, utilizzato per cucinare, contro gli agenti. E infine Gorizia. Anche qui è stato dato fuoco a dei materassi, una decina gli intossicati per il fumo.